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Unità: Istat, nominato Giovannini. L’autonomia per ora è salva

Il governo nomina Giovannini presidente Istat. personalità di prestigio, arriva all’istituto in un momento difficile. Dopo le accuse di Tremonti alle statistiche, il mondo scientifico ha inviato un appello a Napolitano

25/07/2009
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l'Unità

BIANCA DI GIOVANNI

Una personalità di sicuro prestigio conquista la presidenza Istat. Enrico Giovannini è stato nominato ieri dal consiglio dei minsitri, su proposta del ministro Renato Brunetta. Il suo nome, di alto profilo (prima 15 anni in Istituto, poi un’esperienza all’Ocse) non conferma le indiscrezioni della vigilia: è chiaramente frutto di una mediazione tra Giulio Tremonti e lo stesso Brunetta. Il primo aveva intenzione di fare il «grande slam» e piazzare un suo uomo di fiducia a capo di un istituto ritenuto troppo «ingombrante» per Via Venti Settembre. Tanto da essersi guadagnato l’ironia velenosa del ministro in Tv un mesetto fa («sapete come si fanno le statistiche? Con una telefonata»), quando uscirono i dati sui nuovi disoccupati. Un incidente che probabilmente ha determinato lo stop per Andrea Bollino, il candidato targato Tremonti. Il titolare dell’Economia ha fatto un passo indietro, ma avrebbe preteso altrettanto da Brunetta, il quale sosteneva Fiorella Kostoris Padoa-Schioppa. Lo stallo ha determinato - paradossalmente - una scelta più libera, su cui avrebbe pesato anche il nuovo feeling di Tremonti con i vertici Ocse.
appello

Ma la vicenda Istat non si chiude certo qui. L’affronto di Tremonti ha fatto scattare la reazione del mondo scientifico (più silente per la verità il vertici dell’istituto), che ha sottoscritto in massa un appello al presidente Giorgio Napolitano perché sia salvaguardata l’autonomia dell’istituto dalla politica. Circa 1.200 professori, ricercatori e tecnici hanno aderito alla richiesta consegnata al Quirinale qualche giorno fa. L’attacco di Tremonti non è una novità. «La differenza rispetto al passato - scrive un gruppo di ricercatori dell’Istituto - è che l’attacco frontale è guidato dal “cuore dello stato”, dai ministri che nel Governo occupano i dicasteri più importanti (Tremonti, Sacconi, Scajola) e che dovrebbero esercitare la loro funzione con particolare cautela e responsabilità. Le ragioni dell'attacco non sono chiare ma certamente c’è la volontà di screditare i dati dell'Istat e in particolare convincere l’opinione pubblica dell'inaffidabilità della stima della disoccupazione. Poichè è certo che nei prossimi due anni il numero dei disoccupati non potrà che crescere, è più funzionale alla strategia di qualche ministro delegittimare l’indicatore ufficiale sull'occupazione e disoccupazione Istat per provare a fornire al pubblico qualche altro numero più addomesticato». Ecco. l’obiettivo è «addomesticare».
Presto però potrebbe essere più difficile per il governo (di qualsisasi colore) manomettere le cifre. Con un emendamento alla legge di bilancio, infatti, si prevede che il presidente Istat sia scelto dalle commissioni parlamentari con una maggioranza dei due terzi dei membri. Il provvedimento è ora all’esame della Camera.

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