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Unità it: Epifani: «Basta con le cariche della polizia agli operai»

Epifani invita tutti a «mantenere i nervi saldi e a comportarsi correttamente perchè nel momento in cui la crisi dilaga il Paese avrà sempre più problemi».

11/02/2009
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l'Unità

La «grande» manifestazione del 4 aprile a Roma sarà per chiedere una diversa politica industriale, per gli ammortizzatori sociali, di cui «finora non si vede traccia», ma anche a difesa del principio della carta costituzionale. È il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, a intervenire sulle polemiche di questi giorni legate al caso Englaro.
Epifani invita tutti a «mantenere i nervi saldi e a comportarsi correttamente perchè nel momento in cui la crisi dilaga il Paese avrà sempre più problemi». Il leader della Cgil ha detto con forza che «è ora di finirla che la polizia carichi operai che occupano un fabbrica». «Non mi è piaciuto quello che è accaduto nella fabbrica di Pomigliano», spiega, dove tutto «si è svolto nella piena correttezza e grazie alla responsabilità dei lavoratori e dei sindacati». Il dirigente della confederazione auspica che «si riconoscesse questo ruolo nel momento in cui c'è tanto malessere e tanto disagio sociale che può anche esplodere». Dunque Epifani invita tutti alla calma e a fare le cose giuste come risolvere il problema degli ammortizzatori sociali.
Epifani ha comunque tenuto a sottolineare che lo strumento dello sciopero la Cgil lo sta usando «con attenzione estrema» in questa fase di crisi, giudicando anche un «senza senso» la divisione attuale con Cisl e Uil. È questo, ha rilevato, «che imputo a chi ha voluto portare avanti l'accordo separato. Si è voluto precipitare l'accordo per dividere». Uno «strappo grave che non si rimarginerà facilmente», ha concluso. Epifani, quindi, ha ricordato le altre iniziative di lotta che la Cgil ha messo in campo per chiedere un cambiamento di rotta nelle politiche del governo, a cominciare dalla «giornata importante» di venerdì prossimo nella quale ci saranno lo sciopero e la manifestazione di metalmeccanici e statali. In particolare, il sindacalista ha sottolineato come questa crisi riguardi tutta l'industria metalmeccanica a differenza di quanto accaduto in passato dove, per esempio, era in crisi il settore dell'auto, ma si salvava la siderurgia. Ci sarà, poi, la manifestazione dei pensionati il 5 marzo e nello stesso mese lo sciopero della scuola.
Il Pd «su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara», dice Epifani. «Chiedo al Pd di avere le sue radici nel mondo del lavoro, recuperi la sua capacità di lettura dei processi che riguardano la condizione dei giovani, dei precari, degli anziani, perché solo di fronte ad uno schema così possiamo avere la capacità di confrontarci nel merito delle questioni. Su alcune grandi scelte deve avere una voce chiara. Di fronte ad un accordo separato - ha insistito, dunque, Epifani - deve dire con forza quello che ha detto Ciampi e cioè che non si possono fare accordi separati senza la Cgil e, aggiungo, senza la Cisl e senza la Uil». In secondo luogo, Epifani chiede al Pd di avere una «idea compiuta di come regolare il rapporto tra le organizzazioni sindacali ed i lavoratori, che richiama il grande problema di come la democrazia ritorna ad essere un punto fondamentale per tutti e non solo per la Cgil».
Ma Epifani se la prende anche con Silvio Berlusconi. «Definire la Costituzione filosovietica vuol dire dare uno schiaffo alla nostra storia e ai valori fondanti della Carta costituzionale». Il leader della Cgil commenta i giudizi del premier Silvio Berlusconi sulla nascita della Costituzione Italiana. «Abbiamo ascoltato espressioni e frasi di particolare gravità. E anche dire che si può cambiare la Costituzione con il ricorso alla piazza è una modalità che non mi piace e che credo vada contrastata con la forza necessaria», aggiunge. «Certo che la Costituzione si può cambiare, ma si cambia all'interno delle regole che la Carta prevede», spiega ancora sottolineando però come «non va cambiata la parte dei valori e dei principi che la nostra Carta prevede e che per noi sono ancora di fondamentale importanza». Le parole del premier, invece, per Epifani, danno l'idea «di voler affermare un principio del dominio del comando più che di rispettare le regole», aggiunge ribadendo le forti critiche del sindacato al ddl sicurezza:«Le ronde sono un ritorno al passato». E in generale al governo dice: «Ci sono troppe cose che non vanno nella giusta direzione mentre non si fanno quelle che si devono fare», conclude.