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Unità it: Napolitano agli studenti: «Riceverò una delegazione»

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene nella protesta che da settimane vede protagonisti gli studenti e gli insegnanti

31/10/2008
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l'Unità

Visto che il governo è sordo e che il Parlamento è stato scavalcato dall’ennesimo decreto, non ci resta che il Capo dello Stato. Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano interviene nella protesta che da settimane vede protagonisti gli studenti e gli insegnanti: all’inaugurazione dell’anno accademico della Bocconi, Napolitano ha detto che riceverà «una rappresentanza degli studenti che mi esporrà più ampiamente le loro posizioni».

Insomma, tutt'altro atteggiamento rispetto al governo che giovedì, nonostante un milione di persone sia sceso in piazza contro la legge Gelmini, continua ad andare avanti imperterrito. E ha avuto pure il coraggio di prendere in giro chi si è fatto ore di treno per venire fino a Roma. Berlusconi non ha degnato della minima attenzione quel milione di persone, tra cui magari c’era perfino qualche illuso che l’aveva votato. Per lui, la manifestazione di giovedì è stata semplicemente il frutto di una «sinistra scandalosa» che ha «la capacità assoluta di rovesciare il vero e di non dire la verità». Insomma, in piazza c’erano un milione di imbecilli che non sanno nemmeno leggere il decreto.

Come se non bastasse a rincarare l’idea di un governo che letteralmente se ne frega del dissenso, ci hanno messo pure le minacce. Il ministro-sceriffo Roberto Maroni ha già detto che «chi occupa abusivamente le scuole impedendo ad altri di studiare sarà denunciato». Come se la democrazia si potesse rinchiudere in un tribunale. Finora, ha spiegato Maroni, le proteste sono state «manifestazioni fisiologiche di dissenso», ma adesso basta. Tanto il decreto è legge.

Giovedì qualche barlume di perplessità si è intravisto solo nel ministro della Difesa La Russa: non ha contestato i contenuti della legge Gelmini, ma solo il modo in cui è stata presentata: «Per una volta – sostiene La Russa – c 'è stata una mancanza di informazione da parte del governo: abbiamo comunicato bene sulle città sicure, invece questo decreto è passato all'improvviso. Si è sottovalutato che la carenza di informazione potesse alimentare un'opera di disinformazione interessata».

Infine, immancabili sono arrivate anche le polemiche sui numeri. Maroni ha sfiorato il ridicolo dichiarando che a Roma c’erano 100 mila persone. La Cgil non ha potuto fare altro che buttarla sul ridere, consigliando a Brunetta, la prossima volta, di mettere i tornelli anche nelle piazze.