Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: L'Onda non si ferma, la polizia carica

Unità: L'Onda non si ferma, la polizia carica

Venticinquemilastudenti bloccano la capitale. Molte le manifestazioni in tutta Italia I feriti. Un ragazzo finisce in ospedale, colpita anche una giornalista di Repubblica

08/11/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

L’Onda non si arresta, la Gelmini con il suo «pacchetto» sugli Atenei non è riuscita a fermare le proteste. Universitari e liceali, come da copione, ieri hanno paralizzato tutte le città d’Italia: da Torino a Cagliari. A Roma la manifestazione più grossa (25mila persone), finita con gli scontri tra poliziotti e studenti alla stazione Piramide per l’occupazione simbolica dei binari ferroviari. Una mossa improvvisa, che ha spiazzato la Digos, e intesa a sollecitare Trenitalia ad organizzare treni speciali per lo sciopero del 14 novembre. Ma non appena un gruppo di universitari è riuscito a bypassare il cordone delle forze dell’ordine e scavalacare i tornelli, è partita una gragnuola di manganellate. Un ragazzo di Scienze Politiche della Sapienza è finito in ospedale per i «colpi» sulla testa; Laura Mari, cronista de «La Repubblica» ha un braccio gonfio e gli occhiali spaccati. Ma per la questura «la polizia non ha fatto alcuna carica», i manifestanti «hanno lanciato bottiglie e altri oggetti verso gli agenti che hanno respinto il corteo. Numerosi gli agenti feriti».

Chi si è trovato sotto i manganelli racconta una storia diversa. Chiara G., 21 anni, fuorisede di Taranto e studentessa di Filosofia: «Volevamo pacificamente provare ad occupare i binari della stazione, ma quando ci siamo avvicinati ci hanno aggrediti. Mi hanno buttata a terra, in un angolo - racconta la ragazza - e avevo un poliziotto addosso che mi manganellava. Mi diceva: “vattene str..”». Chiara è rientrata alla «Sapienza» a bordo del camioncino dei manifestanti e ha una busta col ghiaccio sulla testa. Sul parabrezza l’immagine taroccata di Papa Ratzinger con i baffetti di Hitler. Accanto alla giovane contusa c’è un altro ragazzo dolorante. Per l’Onda parla Giorgio F., del collettivo di Fisica: «La prima carica della polizia è partita a freddo. Non è vero che siamo stati noi a lanciare oggetti e che loro si sono dovuti difendere. Noi abbiamo avanzato verso i poliziotti con le mani alzate...». In realtà un errore gli studenti l’hanno commesso: hanno confuso la stazione Piramide con l’ Ostiense.

«Vergogna! Fascisti! Rispettiamo solo i pompieri» è stato il coro che poi ha accompagnato i manifestanti alla Sapienza, dove i ragazzi si sono riuniti in assemblea per preparare l’autoriforma sull’Università che verrà votata da tutti i collettivi degli Atenei d’Italia nella due giorni di assemblea generale il 15 e il 16.

Comunque i tre cortei hanno tenuto sotto scacco Roma dalle 10 alle 17. In piazza della Repubblica, non lontana da Termini, un gruppetto di 3 ragazzi e una ragazza di Blocco studentesco, con caschi, svastiche e croci celtiche, aveva cercato di infiltrarsi tra i liceali che aspettavano gli universitari. Giorgio, dall’alto del camioncino musicale del collettivo, ha subito urlato: «Fuori!». E la Digos li ha fatti allontanare. In via Cavour Sara e Daniela di Psicologia hanno «incollato» mutande di carte sulle vetrine delle banche, altri hanno lanciato uova contro i bancomat contro il governo «che taglia i fondi agli Atenei per darli ai banchieri. Ma noi la crisi non la paghiamo». E così fino a piazza Venezia, dove dal Campidoglio sono confluiti nella manifestazione gli studenti di Roma Tre. Prossima tappa, ministero dell’Istruzione. E invece l’Onda blocca Ponte Garibaldi e lungotevere . Poi l’ennesima beffa: la polizia indossa caschi e scudi e si schiera sui gradoni del ministero della Gelmini, l’Onda grida: «Il ministero non ci interessa, blocchiamo la città». E via verso Piramide.

MARISTELLA IERVASI

ROMA

miervasi@unita.it