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Unità: L’Onda: vogliono sfiancarci ma noi non ci fermiamo, siamo uniti

Il movimento si parla, discute. Elaborato il documento per la partecipazione alla manifestazione del 14 novembre, promossa dal sindacato per la difesa dell’università. Voci dall’Onda che non si ferma

09/11/2008
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l'Unità

Il movimento si parla, discute. Elaborato il documento per la partecipazione alla manifestazione del 14 novembre, promossa dal sindacato per la difesa dell’università. Voci dall’Onda che non si ferma.Seduta di autocoscienza per l'Onda studentesca, ieri alla prima assemblea nazionale del movimento universitario a Firenze, nel plesso didattico occupato di viale Morgagni. Alla fine è stato approvato un documento unitario che sarà esaminato dagli atenei in protesta e che invita tutti a partecipare in «modo unitario e autonomo» alla manifestazione nazionale di venerdì a Roma, in cui gli studenti saranno assieme a sindacati e lavoratori dell’università per dire no alla 133.

Venerdì e sabato invece alla Sapienza ci sarà l'assemblea nazionale; il documento ribadisce: «Ci saremo tutti, il movimento è unito». Intanto ieri c'è stato l'assaggio: 300 studenti universitari sono venuti a Firenze da ogni parte d'Italia. Presenti rappresentanti degli atenei toscani, torinesi, campani, abruzzesi, la Statale di Milano, Genova, Bologna, Palermo, Bari, Lecce, Ancona, Ferrara, Brescia, Pavia.

Mancavano esponenti di Tor Vergata e della Sapienza di Roma, ma c’era una delegazione del sindacato studentesco di Roma Tre venuta ad osservare i lavori dell'assemblea: gli "atenei romani in mobilitazione" avevano annunciato di non partecipare perché critici verso le modalità di organizzazione dell'appuntamento. «Non capiamo le ragioni di questo incontro. Non vorremmo che qualcuno stesse pensando di costruire un'assemblea di una parte del movimento, lontano dallo spirito unitario che ha generato l'Onda», avevano detto. Il movimento inizia a spaccarsi? Francesco Epifani, leader degli Studenti di sinistra toscani e fra gli organizzatori della riunione fiorentina, risponde che «con Roma c'è stato un fraintendimento ma non una rottura. In viale Morgagni è stato un incontro per iniziare a dare forma al movimento. Ricordo che a Firenze, al Polo scientifico di Sesto, il 6 ottobre c'è stata la prima occupazione».

Voci dall’assemblea, dove qualcuno teme che la protesta inizi a sentire stanchezza in mancanza di proposte: Marco e Salvo, dell'università di Palermo, lanciano un appello per saldare la protesta studentesca con quella dei lavoratori: «Non ci si dimentichi dei metalmeccanici e dipendenti pubblici che il 12 dicembre scenderanno in piazza». Per Emanuele di Milano «la lotta sarà lunga, anche se il governo spera di sfiancarci. Non abbiamo bandiere, ma la mobilitazione non è bipartisan. In piazza Navona c'è chi le ha date e chi le ha prese. Facciamo dimettere la Gelmini». Molti interventi spiegano: «Il movimento è apolitico, pacifista, antifascista». Ma altri, come Francesca Stefano di Siena, ribadiscono: «Servono proposte politiche per dare respiro». Rocco, di Pisa, rivendica l'occupazione dei binari della stazione di venerdì che ha bloccato i treni toscani, mentre da qualcuno non mancano curiose idee di protesta: «Venerdì ogni studente porti una gomma, facciamone un cumulo e diciamo al governo: "Ora cancellateci tutti"». E alla fine si vocifera anche che i collettivi antagonisti vogliano fare addirittura un partito.

TOMMASO GALGANI

FIRENZE