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Unità: L'operaia Moratti

I solidi stolti del centrosinistra non hanno capito Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti

06/05/2006
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l'Unità

Bruno Ugolini

I solidi stolti del centrosinistra non hanno capito Letizia Brichetto Arnaboldi Moratti. L'hanno fischiata anche il primo maggio, dopo averla fischiata il 25 aprile. Non si capisce perché. Non si capisce quali segreti istinti abbiano indotto costoro a contestare la candidata del centrodestra, colei che dovrebbe riprendere lo scranno ora occupato dall'ex presidente della Federmeccanica Gabriele Albertini. Un primo cittadino che invece il Primo Maggio l'ha festeggiato a Kabul, in Afghanistan.

Qualcuno, malizioso, ha fatto notare che, del resto, nemmeno donna Letizia, nel passato, era stata presa da un sacro entusiasmo per il 25 aprile e per il Primo Maggio. Che cosa mai è successo a questa simpatica signora, a colei che è riuscita ad invertire l'esito dei sondaggi che ormai esprimevano esteso malumore circa l'operato del centrodestra al Comune di Milano? Perché Letizia ha voluto a tutti i costi mescolarsi con quella massa di donne e uomini, detti "coglioni" dal premier uscente? E' stata un'improvvisa conversione. La candidata non ne poteva più di dover reprimere i propri istinti antifascisti e filo-operai, ha mostrato pubblicamente la propria faccia democratica. E non certo per apparire alla fine come una generosa vittima delle frange estremiste e raccogliere così preziosi consensi.

Qualcuno ha però fatto notare che la stessa candidata dopo questi impeti democratici ha stretto un'alleanza con gli ultimi epigoni del fascismo militante, ovverosia i soci d'Alessandra Mussolini. Una piccola contraddizione. È ormai chiaro che Letizia Moratti ha cambiato natura. Fra non molto chiederà di essere ammessa agli organismi dirigenti della Camera del Lavoro. Sarebbe del resto giusto introdurre una rotazione nelle cariche. Visto che due ex sindacalisti sono diventati presidenti delle Camere Parlamentari, non sarebbe male se qualche petroliere andasse a dirigere le Camere del lavoro. Anche così si costruisce la coesione sociale. È l'ora, insomma, di rimescolare le carte.

Il prossimo anno il primo maggio si potrebbe festeggiare a Portella delle Ginestre, inserendo tra gli oratori anche i nipoti di Provenzano. Mentre a Marzabotto per il 25 aprile l'oratore ufficiale potrebbe essere Gianni Alemanno, accompagnato dal redivivo maresciallo Albert Kesserling. Mentre Epifani potrebbe prendere la cattedra di Pietro Ichino all'università statale di Milano. Anche così si fa fronte alla spaccatura del Paese. Basta con i guelfi e i ghibellini, con i progressisti e i conservatori, con i laburisti e i liberali, con gli interisti e i milanisti, con i comunisti e gli anticomunisti. Staremo tutti insieme, appassionatamente.

brunougolini@mclink.it