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Unità: La campagna elettorale di Epifani: lo Statuto dei lavoratori va lasciato così com’è

Il segretario della Cgil sulle ipotesi di modifica ventilate a destra e anche nel Pd: «Non si tocca nulla, è un punto di riferimento della civiltà del lavoro»

07/03/2008
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

L’ETÀ NON CONTA «Un punto di riferimento della civiltà del lavoro», per Guglielmo Epifani lo Statuto dei lavoratori è questo, e per questo non va cambiato. È in-
tangibile, «va salvaguardato così come è». Il leader della Cgil rompe il silenzio e si schiera com’era prevedibile, non dice che la materia è ad alto potenziale di scontro, ma a chi gli chiedeva di commentare l’ipotesi ventilata da Silvio Berlusconi di rivoltare lo Statuto come un calzino, Epifani si è detto per nulla convinto che essendo passati tanti anni sia necessario cambiarlo. «Noto - aggiunge - che una delle più antiche costituzioni del mondo, quella americana, nessuno la vuole cambiare. Direi la stessa cosa per lo Statuto dei lavoratori». La risposta, ovviamente, vale anche per chi nel centrosinistra, da Pietro Ichino a Massimo Calearo, insiste sulla necessità di riscrivere l’articolo 18 e non solo. Pare che Epifani parli a nuora perché suocera intenda.
Ma è espressamente diretto al capo del centrodestra l’invito a «chiarire il pensiero» in fatto di dipendenti pubblici, altro argomento estrapolato dal pianeta lavoro così come la campagna elettorale lo vede e lo rappresenta. Berlusconi ha parlato di inasprimento del turn-over dei dipendenti pubblici, una stretta racchiusa nella formula “otto a uno”, cioè una sola assunzione per otto uscite. «Se si riduce in quella proporzione il numero dei dipendenti pubblici, evidentemente si corre il rischio di ridurre le prestazioni dei diritti fondamentali: penso alla scuola - dice Epifani - o agli ospedali». E a proposito dei “sacrifici” pure citati, spera «che dicendo quelle cose Berlusconi non voglia fare un’altra cosa, cioè far pagare alla parte più debole del paese oppure lavorare sulla riduzione dei diritti del mondo del lavoro, dei pensionati, degli anziani».
Le parole del segretario della Cgil offrono un assist a molti esponenti della Sinistra arcobaleno. La stessa sinistra che è scesa in piazza contro il protocollo sul Welfare siglato da Epifani con il governo. Sullo Statuto dei lavoratori pare esserci unità di vedute. Anche se gli esponenti di Sa se la prendono soprattutto con il Pd. «I diritti acquisiti sul lavoro sono oggi in serio pericolo. Ha ragione Epifani: lo Statuto dei lavoratori è intangibile - afferma Natale Ripamonti, vice presidente Verdi-Pdci a palazzo Madama-. Sarebbe opportuno conoscere la reale posizione del Pd sulla questione, cioè se condivide le posizioni del super-candidato Ichino, oppure quelle del segretario generale della Cgil». Contro il Pd anche le dichiarazioni di Pino Sgobio e Manuela Palermi (Pdci)e di Paolo Ferrero (Prc). Posizioni che sembrano sbarrare la strada a ipotesi di collaborazione futura tra Sa e Pd pure affacciata da Massimo D’Alema. «Qualcuno ancora riflette, neanch’io la escludo - dichiara Fabio Mussi - senza una alleanza di centrosinistra vedo difficile la possibilità di governare questo Paese. Ma oggi c’è competizione, almeno finché non si capisce qual è la posizione del Pd sui temi del lavoro».