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Unità: La Cgil punta su giovani e unità

Conferenza d’organizzazione l’8 e il 9 maggio. Approvato dal direttivo il documento preparatorio in dodici capitoli

18/12/2007
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l'Unità

di Bruno Ugolini

Una Cgil più giovane e più aperta all’unità. Sembra essere questo uno dei messaggi che potrebbero scaturire dalla conferenza d’organizzazione annunciata ieri. La Confederazione aveva intitolato
il proprio ultimo congresso, il quindicesimo, nel 2006, così: “Riprogettare il Paese”. Ora per la prevista Conferenza d’organizzazione, l’8 e 9 maggio 2008, il titolo potrebbe essere, se all’organizzazione di Guglielmo Epifani piacessero le espressioni un po’ altisonanti: “Riprogettare il sindacato” (per contribuire a riprogettare il Paese). Non si usano questi termini ma i dodici capitoli che compongono il documento preparatorio, approvato ieri dagli organismi dirigenti ma non ancora reso pubblico, passano in rassegna una serie di elementi che dovrebbero portare a quella che si potrebbe definire proprio una riprogettazione, una ristrutturazione non fatta solo di qualche ritocco. Non un semplice abbellimento, insomma.
La Cgil, in definitiva, prende atto delle profonde trasformazioni che
hanno interessato il lavoro, la società del lavoro e intende adottare
adeguate soluzioni organizzative ma anche politiche. Non si tratta
solo di affrontare i cruciali problemi della convivenza interna, emersi impetuosamente dopo le votazioni sul protocollo del welfare e la divaricazione tra la maggioranza del gruppo dirigente confederale e la maggioranza dei gruppi dirigenti della Fiom (nonchè di due aree interne come “Lavoro e società” e “Rete 28 aprile”). Certo uno dei capitoli sui quali l’intero corpo dell’organizzazione sarà chiamato a discutere fin dal prossimo febbraio, prima di arrivare all’appuntamento nazionale, tratta proprio di “regole”. Un modo per impedire, par di capire, che si viva come da separati in casa. E per ribadire un vincolo confederale che assomiglia in qualche modo ad un vincolo matrimoniale. Con tradimenti vietati o comunque evitabili. Ma tali regole saranno estese anche al corpo vivo del sindacato, ad esempio per disciplinare rigorosamente con Cisl e Uil, le scelte di consultazione affinchè non restino fatti occasionali. Affinchè la norma di sentire il parere degli interessati valga, ad esempio, anche quando si scrivono le richieste per i contratti o quando si deve scegliere sui risultati raggiunti.
Quel che conta ancor più è la volontà di affrontare una serie di novità intervenute nell’ultimo decennio e che rendono ardua la vita dell’organizzatore sindacale oggi alle prese con un lavoro frammentato, spesso irraggiungibile, dove l’individualismo si fa strada e i valori della solidarietà appaiono logorati. Ed ecco le riflessioni su come rappresentare appunto il lavoro che cambia, tra giovani atipici e le masse di nuovi immigrati, tra il peso delle donne e le piccole imprese disseminate nel territorio. E proprio l’azione sul territorio diventa un perno fondamentale per una moderna iniziativa sindacale. Per non parlare del mutamento dei settori merceologici dove le diverse mansioni si intrecciano e impongono nuove strutture organizzative, nuovi accorpamenti. Come già è avvenuto per i lavoratori della conoscenza e per l’unificazione di settori fondamentali come la chimica e l’energia. Con l’intenzione di estendere la rappresentanza, allargando il sistema delle Rsu. E anche la rete, oggi così reclamata, difronte alle tragedie delle morti per
lavoro, delle rappresentanze dei lavoratori per la sicurezza.
Sono due poi gli aspetti genrali che più hanno colpito e che a quanto
pare traspaiono dalla discussione al direttivo e dal documento approvato quasi all’unanimità. Il primo coinvolge le nuove generazioni della Cgil chiamate a ricambiare radicalmente gli assetti dirigenti a tutti i livelli. La decisione assunta in tal senso sembra far proprie le istanze espresse di recente da un gruppo di trentenni cigiellini creatori di un apposito sito https://futurocgil.megablob.it. Il secondo aspetto investe la possiblità di dar vita, dopo le tante esperienze di unità d’azione, ad un progetto unitario più impegnativo. Due passi decisivi per un’organizzazione che continua a mostrare, malgrado ritardi e lentezze, la sua grande vitalità e che non si può certo confondere con le tante “caste” di moda nel Paese.