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Unità: La Cgil rompe la tregua contro il bullismo del governo

"Diritti in piazza con la CGIL". E’ la scelta di chi non si accontenta di apparire quando può nei rari spazi televisivi o sulle colonne di qualche giornale amico, ma vuole parlare direttamente ai lavoratori in generale e ai cittadini tutti

27/09/2008
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l'Unità

di Bruno Ugolini

Come sta la Cgil? È una domanda che molti potrebbero farsi in queste ore. Soprattutto dopo aver letto una serie di giornali che cercano di descrivere un’organizzazione quasi allo sbando. Ecco oggi potremmo saperne un po’ di più. Il sindacato di Epifani ha infatti deciso di scendere in tante piazze d’Italia a mostrare il proprio volto, le proprie adesioni ma soprattutto le proprie proteste e le proprie proposte. E’ la scelta di chi non si accontenta di apparire quando può nei rari spazi televisivi o sulle colonne di qualche giornale amico, ma vuole parlare direttamente ai lavoratori in generale e ai cittadini tutti. Lo fa da sola, senza Cisl e Uil, non per ripicca nei confronti delle altre organizzazioni. Non si può davvero accusare Guglielmo Epifani di spirito antiunitario. La Cgil è stata costretta a un atto unilaterale per rompere una tregua che, di fronte all’accavallarsi drammatico dei problemi appariva assurda, non compresa soprattutto da una buona parte del mondo del lavoro. Le cose per le quali si batte la Cgil non sono però tutte fonte del suo sacco. Sono inserite in sostanza in due piattaforme elaborate unitariamente con gli altri sindacati. La carta rivendicativa che avanzava richieste su fisco e tariffe e la carta rivendicativa che avanzava proposte sulla riforma dei contratti di lavoro. Entrambe sono lettera morta. Anzi sul primo punto l’interlocutore governo ha adottato misure diverse, scardinando anche precedenti misure concordate (col centrosinistra). Sul secondo punto la Confindustria ha avanzato una sua piattaforma e su questa chiede il negoziato.

Ecco perché i rapporti intersindacali tornano a essere a rischio, dopo la burrasca sul caso Alitalia. Tanto che proprio per la giornata di oggi è stata indetta una conferenza stampa voluta da Raffaele Bonanni in perfetta coincidenza con le manifestazioni Cgil. Con il sospetto che intenda interloquire polemicamente. Eppure in casa Cisl non s’ignorano i problemi sul tappeto, sono noti i malumori delle diverse categorie. Un segretario confederale, Gianni Baratta, ha parlato ad esempio, a proposito di pubblico impiego e delle inadempienze governative, di «un salto all’indietro di 15 anni». Un altro segretario, Giorgio Santini, a proposito del provvedimento sul maestro unico, ha osservato come «contro la scuola primaria e i suoi insegnanti stiamo assistendo ad un vero e proprio colpo di mano». Lo stesso Comitato esecutivo della Cisl ha chiesto un’urgente «ripresa dell’iniziativa con il governo». E tra le richieste accenna ai contratti del pubblico impiego, alla restituzione fiscale per lavoratori e pensionati, a una politica d’investimenti nelle infrastrutture, a interventi su prezzi e tariffe. E ha indetto per il 4 ottobre una giornata di mobilitazione nazionale con assemblea a Roma. Un’analisi insomma preoccupata ma senza tirarne le conseguenze delineate dalla Cgil. Forse perché l’orientamento dell’organizzazione di Bonanni è tutto teso a volere trattative finalizzate a quello che chiama un «Patto sociale per la crescita», col rischio che si ripeta una non felice esperienza del passato.

E però non si può stare fermi, come ripete Guglielmo Epifani. Il “manovratore” non solo deve essere disturbato ma bisogna tentare di fargli cambiare idea. Un’azione unitaria renderebbe l’impresa più facile. E’ l’opinione di molti dirigenti del Pd, da sempre assertori dell’unità sindacale, ma che a loro volta stanno preparando un’importante manifestazione per il 25 ottobre. Ecco perché, ad esempio, Cesare Damiano, viceministro del Lavoro nel governo ombra ha sostenuto che gli obiettivi della Cgil «non possono che trovare il nostro pieno sostegno». Anche perché, spiega, «si riallacciano a iniziative parlamentari e politiche promosse dal Pd». Mentre un sostegno risoluto è venuto da Sinistra Democratica. Insomma se qualcuno pensava a un possibile isolamento politico della Cgil dovrebbe potersi ricredere. E persino nelle file della maggioranza dovrebbero riflettere sul fatto che il bullismo anti-Cgil non ha mai portato e non porta a grandi risultati.