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Unità: «La follia della prova Invalsi. Complessa e incomprensibile»

Un test ridicolo per una scuola sempre più povaera

23/06/2010
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l'Unità

Caro direttore, sono un insegnante di scuola media tornato a casa, dopo la prova Invalsi, col fegato ingrossato. Vorrei fare due osservazioni: la prima è che oggettivizzare questa prova, fa media con l’ammissione, gli scritti e il colloquio orale, rappresenta una forte discriminazione a sfavore di quelle scuole che sopravvivono nei territori depressi; l’altra è che appare evidentecomequesta prova, molto complessa e con quesitinon sempre comprensibili, possa essere ritenuta come un vero e proprio cancro auto partorito dal sistema scolastico pubblico per metterlo in crisi a tutto favore della scuola privata. Diversi alunni hanno pianto quella mattina ed è ovvio che quasi tutti erano fra i migliori della scuola. Direttore io non so se quello che ho scritto mi espone ad una denuncia, sono troppo arrabbiato per pensare ora e quindi se ritiene di pubblicare queste poche righe senza mettere il mio nome, che farebbe anche risalire alla scuola, non lo scriva. Grazie dell’attenzione e buon lavoro.

S.A.

Nei giorni scorsi sono rientrato a casa dopo nove ore di correzione di farraginosi test Invalsi, ma con schede per la correzione dei punteggi ancora più complicate, dove le risposte alle domande dovevano essere suddivise in due blocchi differenti, e senza un ordine preciso, dato che le domande del tipo A, B e C, per dire della prova di Italiano, in successione fornivano risposte da inserire, in ordine differente da domanda a domanda, in due blocchi A o B, cui si attribuivano due tipologie di valutazione differente, da 0 a 30 per il blocco A e da 0 a 20 per il blocco B, per un totale di 50 punti da aggiungere ai punti dei due blocchi A e B di Matematica, e la cui somma andava riportata in decimi. Il tutto attraverso una correzione manuale su test piccolissimi, che per una macchina a lettura ottica va bene, ma per delle persone che ne devono controllare tra le 20 e le 30 schede per classe, con più di 100 risposte totali, tra Italiano e Matematica, per scheda/alunno, fanno tra le 2000 o 3000 risposte da verificare come giuste, corrette o non valide, e da riportare tutte in schede dove, incolonnate, si arrivava alla somma dei punti dei blocchi. Un lavoro che in alcune scuole ha tenuto gli insegnanti impegnati anche per dieci ore di seguito, in base al numero degli alunni, alle classi e agli insegnanti a disposizione, per la serie, produciamo manovalanza culturale sempre più burocratizzata e spendiamo milioni per test ridicoli rispetto all’impoverimento della scuola. E perché questo? Perché aumentando il numero degli alunni per classe e togliendo le ore a disposizione dei docenti, con classi sovraffollate e la perdita di centinaia di ore di lezione, come avvenuto quest’anno, e come avverrà anche il prossimo con questo sistema di scuola, le rilevazioni di questi testnon sono l’aspetto prioritario per il miglioramento dei livelli di apprendimento degli alunni. Gli insegnanti sono stati utilizzati per svolgere un lavoro che non gli compete, una tipologia di lavoro che, infatti, in altri contesti della formazione viene svolto unicamente dalle macchine che compiono la visione ottica. Per cui mi chiedo se non sarebbe stato giusto compilare schede, da parte degli alunni, da spedire direttamente al Ministero per un’unica correzione, quella telematica. Invece questa ulteriore correzione delle schede nelle scuole, prima dell’invio al Ministero, come un antico lavoro da amanuensi (e non per la nobiltà di quel mestiere, ma per la difficoltà con cui veniva eseguito, tra lettere piccole e piccolissime), con risposte differenti per valutazione, tra blocco A e blocco B, è stata solo un ulteriore sopruso nei confronti dei docenti. Se vogliamo dare una patina di serietà all’Invalsi, lasciamo che sia solo l’Invalsi a correggere telematicamente le schede, anziché operare un’autocorrezione pesante per i docenti, e passibile di poca oggettività.

CRISTIAN RIBICHESU