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Unità: La Lega vuole test d’ingresso per i bimbi stranieri

secondo la deputata Paola Goisisi non è razzismo, è una «discriminazione transitoria positiva»

10/10/2008
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l'Unità

di Eduardo Di Blasi/ Roma

Non è razzismo, è una «discriminazione transitoria positiva». La deputata Paola Goisis, nell’illustrare la mozione della Lega Nord «in materia di accesso degli studenti stranieri alla scuola dell’obbligo», usa queste tre parole: discriminazione transitoria positiva. Tale «discriminazione» si attua con tre meccanismi: i test di ingresso per i bambini stranieri che vogliano accedere alle scuole di ogni ordine e grado, «classi ponte» per chi non supera il test, impedimento all’iscrizione in classi «normali» dopo il 31 dicembre dell’anno scolastico in corso. La mozione, firmata non solo dal capogruppo leghista Roberto Cota, ma anche, tra gli altri, da Gabriella Carlucci, Renato Farina, Manuela Di Centa, Flavia Perina e Fabio Rampelli, è compendiata anche da una serie di riferimenti sul rispetto «di tradizioni territoriali e regionali del Paese accogliente, senza etnocentrismi» e sulla «diversità morale e cultura religiosa del Paese accogliente». Eppure, di mezza mattina, anche la Costituzione italiana era diventata materia di scontro con la Lega, mentre in aula si votavano gli ordini del giorno da allegare al blindatissimo testo Gelmini, ormai immodificabile dopo l’imposizione della fiducia. Era stata la stessa Goisis, insegnante di Lettere e Storia in una scuola secondaria e capogruppo del Carroccio in commissione Cultura, a sbottare contro un emendamento del Pd che prevedeva di regalare una copia della Costituzione italiana agli studenti: «È chiaro che il nostro voto sarà contrario, anche perché non ho capito come si permettano i colleghi della sinistra di dire che bisogna mandare la Costituzione a Venezia, a Treviso, a Sondrio, nelle città del nord: studiatevela, che siete voi i razzisti! Perché questa è una vergogna». Il Presidente della Camera aveva provato a rabbonirla: «Onorevole Goisis, la prego...». E lei, livornese eletta in Veneto: «Questa è una vergogna! Noi la riteniamo una vergogna nei confronti delle città del nord!». Tanto che lo stesso Presidente era intervenuto: «Onorevole Goisis, la Costituzione della Repubblica italiana è valida in qualsiasi parte del territorio nazionale». Ma lei, imperterrita: «Ma perché a Venezia? Contro!». Al momento del voto sull’odg la Lega abbandona l’aula affermando che non vuole sottostare ad un «espediente» del Pd per dividere la maggioranza. Il Pdl vota con il Pd. Il decreto Gelmini passa con 280 voti favorevoli, 205 contrari e 28 astenuti. Poi arriva la mozione della Lega. E la reazione di Furio Colombo, che si dice «umiliato» da quanto sentito e ricorda come anche il «Ku Klux Klan non diceva di essere razzista».