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Unità-La manovra-bis taglia le Olimpiadi e i fondi per i disabili

La manovra-bis taglia le Olimpiadi e i fondi per i disabili Buttiglione minaccia le dimissioni: non toccate la cultura. Mancia ai Comuni, pagano di più le Regioni / Roma GRANDI MANO...

20/10/2005
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l'Unità

La manovra-bis taglia le Olimpiadi e i fondi per i disabili

Buttiglione minaccia le dimissioni: non toccate la cultura. Mancia ai Comuni, pagano di più le Regioni

/ Roma

GRANDI MANOVRE sui conti pubblici in questo scorcio autunnale. Mentre inizia l'esame della Finanziaria che potrebbe essere più pesante del previsto per le Regioni, in Senato procede anche il de-
creto collegato dove ricomparirà l'Ici scontata per la Chiesa con il "placet" del governo. Ma non finisce qui. Arriva in gazzetta ufficiale il decreto sulla manovra correttiva per i conti del 2005, e si scopre l'impatto pesantissimo che i tagli avranno per le casse dei ministeri. Se il deficit si ridurrà di 1,1 miliardi con i tagli ai ministeri (valore di competenza), per le spese che effettivamente vengono ridotte (valore di cassa) si arriva a 1,9 miliardi.La stretta colpisce indiscriminatamente le spese più varie: dai 55,7 milioni in meno ai Giochi olimpici invernali di Torino, ai 22 milioni in meno al Made in Italy, ai 122 milioni sottratti all'edilizia carceraria, fino ai 2,5 milioni a cui dovranno rinunciare le scuole per adeguare le loro strutture ai disabili. "Un taglio inaccettabile e cattivo nelle sue finalità - commenta a caldo Enrico Panini, Cgil scuola - perché non esita a colpire i diritti degli alunni più svantaggiati". Sul fronte della "cassa" il taglio agli investimenti fissi lordi arriva a 1,6 miliardi, mentre "solo" 300 milioni in meno avranno le spese per beni e servizi. Tra i diversi dicasteri, è proprio l'Economia a risparmiare di più con un taglio di 780mila euro agli uffici di diretta collaborazione del ministro Tremonti. A 92mila euro rinunceranno poi i superispettori del Secit. Tagliate di 36,3 milioni circa anche le spese previste per il monitoraggio della spesa sanitaria, cioè per un intervento previsto dalla passata Finanziaria proprio per contenere le uscite. Il capitolo cultura, già duramente colpito dalla Finanziaria tanto da far minacciare le dimissioni al ministro Rocco Buttiglione per il taglio del fondo unico per lo spettacolo, non sfugge alla stretta della manovra-bis. Tagli per 45,5 milioni per investimenti in patrimonio librario e archivistico e per circa 90 milioni alla voce patrimonio cultura statale. Tagli sparsi al ministero dell'Ambiente, che rinuncia a 14 milioni destinati ai parchi e a oltre 10 milioni per Venezia. Le infrastrutture perdono 123 milioni per la realizzazione di opere marittime e portuali.
Insomma, una miriade di interventi che si abbattono sui bilanci pubblici prima ancora che arrivi la mannaia della Finanziaria. Sulla manovra per il 2006 è iniziato ieri l'esame in commisisone Bilancio: sabato alle 14 scade il termine per la presentazione degli emendamenti. Il clima si è surriscaldato quando da un vertice di maggioranza è filtrata l'ipotesi di una rimodulazione dei tagli previsti a favore dei Comuni e a scapito delle Regioni. I Comuni passerebbero dal 6,7% di tagli al 5,2%, mentre le Regioni dal 3,5% al 4,9%. Si prevederebbe anche di allargare la soglia di esclusione dal Patto di Stabilità interno ai Comuni fino a 5 mila abitanti (ora fino a 3.000), il che comporterebbe aggravi di spesa per 150 milioni di euro. Le Regioni rimangono ancora in attesa dell' incontro chiesto al governo. "Un comportamento inaccettabile", dice Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni. Intanto continua il pressing dei parlamentari di centro-destra per varare il concordato fiscale, ma il ministro Tremonti avrebbe ribadito il suo no. I tecnici del Senato esprimono dubbi sull'efficacia delle misure. Non sono chiari gli effetti finanziari del taglio dell'1% del costo del lavoro "con una conseguente possibile sottostima dela quantificazione". Sul fondo anticrac si lamenta "la mancanza di informazioni circa la stima delle risorse necessarie", mentre i tagli ai ministeri appaiono troppo gravosi dopo numerose strette già imposte.
b. di g.