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Unità-La notte dei prof "okkupanti" contro la Moratti

La notte dei prof "okkupanti" contro la Moratti Milano: insegnanti e studenti insieme contro la riforma tra discussioni, concerti e sacchi a pelo Luigina Venturelli MILANO "Ci sia...

16/04/2005
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l'Unità

La notte dei prof "okkupanti" contro la Moratti

Milano: insegnanti e studenti insieme contro la riforma tra discussioni, concerti e sacchi a pelo

Luigina Venturelli

MILANO "Ci siamo addormentati alle tre di mattina dopo aver discusso fino a tardi dei problemi della scuola. La sveglia è stata messa alle sei e mezza, il tempo di bere un cappuccino e poi tutti di nuovo a lezione". Franco Gatto, professore di economia aziendale all'Istituto Falck di Sesto San Giovanni, racconta della sua prima notte di occupazione in veste d'insegnante, trascorsa con quattordici colleghi in giacigli improvvisati sul pavimento della biblioteca scolastica: "I sacchi a pelo erano comodi e il sonno è stato ristoratore - spiega - ma soprattutto era nostro dovere difendere il diritto all'istruzione e alla cultura per tutti, non solo per le classi privilegiate".
La protesta contro la riforma Moratti è inedita nelle forme ed eccezionale nella partecipazione (solo ieri pomeriggio l'ultima manifestazione del coordinamente Rete Scuole davanti alla sede del Comune di Milano), ma i professori la portano avanti con la stessa naturalezza con cui di solito si coricano nel proprio letto, nonostante gli acciacchi alla schiena dei più anziani o le preoccupazioni familiari di chi per esserci ha lasciato i figli a casa con la baby-sitter. Con loro ci sono gli studenti e le loro famiglie: "All'assemblea della serata hanno partecipato più di centocinquanta persone, tra alunni, genitori, dirigenti scolastici ed istituzioni, nonostante i forti richiami del provveditore Dutto perchè l'occupazione non avesse luogo. Siamo tutti determinati nel contrastare gli effetti devastanti della legge 53, che mira all'eliminazione dei ceti medi con la divisione della società sul modello americano: un terzo di istruiti e due terzi di lavoratori di basso profilo. Terremo duro finchè non sarà ritirata, dopo questa esperienza anche il territorio con le sue associazioni e i suoi comitati è stato coinvolto nell'opposizione alla riforma Moratti".
C'è infatti da scommettere sulla nuova partecipazione che d'ora in poi assumeranno le manifestazioni in difesa della scuola pubblica: "Quest'esperienza è stata importante - spiega Marco Volpi, padre di un alunno dell'Itsos Steiner di Milano, uno dei quaranta istituti superiori milanesi occupati - soprattutto perchè esprime una nuova consapevolezza da parte di studenti, genitori e insegnanti: il bene comune è la scuola, il nemico comune è la riforma Moratti. Un istituto di grande sperimentazione didattica come il nostro rischia di perdere laboratori audiovisivi e docenti di grande professionalità e già sono state tagliate molte figure di supporto, sia all'handicap e al disagio, sia alla specializzazione informatica. La nostra è una battaglia fondamentale per il sistema formativo italiano, sia culturale che civile".
Altrettanto entusiasta il commento della studentessa Stella Niutta: "È stata una serata bellissima, ci siamo ritrovati tutti insieme in biblioteca per fare una grigliata, assistere ad un concerto e, soprattutto, per parlare e confrontarci su quanto c'è ancora da fare. Noi ragazzi esponevamo i problemi, genitori e professori cercavano di aiutarci nel trovare le soluzioni più adeguate in un'atmosfera di vera collaborazione: si sa che l'unione fa la forza. Per questo abbiamo già programmato con gli insegnanti le prossime assemblee e alcuni di noi parteciperanno alla riunione del coordinamento Rete Scuole". All'occupazione c'era anche la professoressa di disegno, Anna Ghezzi: "La mobilitazione contro la riforma Moratti è il nostro obiettivo, la collaborazione con gli alunni è il nostro metodo: si tratta di una battaglia molto dura, per questo sarà necessario sempre di più mettere insieme e coordinare tutte le energie disponibili. I nostri rapporti umani con i ragazzi sono sempre andati al di là dei banchi e delle lezioni frontali, ma in quest'occasione c'è stata una ulteriore presa di coscienza e condivisione dei rischi che corre la scuola pubblica".
Insomma, non è finita qui. Le belle idee si diffondono a macchia d'olio e questo fine settimana toccherà alle scuole di Roma essere occupate di concerto da studenti, genitori e professori, secondo un programma partecipato che ora promette di estendersi a tutte le scuole italiane.