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Unità: La nuova università targata Gelmini. Da oggi al consiglio dei ministri

Scatti per i prof migliori, limite di mandato per i rettori e novità per diritto allo studio e cda Le proteste degli studenti che annunciano mobilitazioni: «Regalano gli atenei ai privati»

23/10/2009
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l'Unità

Il bricolage degli Atenei per salvarsi dalla mannaia Tremonti-Gelmini. La Sapienza “cancella” la sessione di esami in febbraio per non far figurare i fuori corso e perdere finanziamenti. Chi estende il numero chiuso e chi tagli i corsi di laurea. In tutto questo clima “rovente” ecco che la riforma messa a punto dal ministro Mariastella Gelmini che sarà presentata oggi al Cdm. Vediamo alcune delle novità. Fusione tra atenei per abbattere i costi: sarà possibile fondere o aggregare, su base federativa, università vicine, anche in relazione a singoli settori di attività, per aumentare la qualità, evitare le duplicazioni e abbattere i costi. I bilanci delle università, poi, dovranno rispondere a criteri di maggiore trasparenza mentre debiti e crediti saranno resi più chiari secondo criteri nazionali concordati tra i ministeri dell’Istruzione e del Tesoro. Inoltre saranno dimezzati i settori disciplinari: quelli scientifico-disciplinari passeranno dagli attuali 370 a circa la metà. È poi prevista una delega al ministro per riorganizzare i dottorati di ricerca.
RETTORI, MASSIMO 8 ANNI Alla base della riforma della governance c’è l'adozione di un codice etico per evitare incompatibilità e conflitti di interessi legati a parentele. Per quanto riguarda i rettori è previsto un limite massimo complessivo di 8 anni per il loro mandato (inclusi quelli già trascorsi prima della riforma). Ci sarà una distinzione netta di funzioni tra Senato accademico e Cda, per cui sarà ridotto il numero di membri (per il Senato al massimo35 contro gli oltre50 di oggi, mentre per i Cda 11 invece di 30). Il Cda avrà il 40% di membri esterni e sarà rafforzata la rappresentanza studentesca (questo anche nel Senato). Un direttore generale prenderà il posto dell'attuale direttore amministrativo e avrà compiti di grande responsabilità, insomma sarà un vero e proprio manager dell’ateneo. Previsti scatti stipendiali ai prof migliori: una commissione nazionale (con membri italiani e per la prima volta anche stranieri) dovrà abilitare coloro che sono ammessi a partecipare ai concorsi per le varie fasce. Saranno valutate le capacità e il curriculum sulla base di parametri predefiniti. Le università potranno assumere solo coloro che saranno riconosciuti validi dalla commissione. I professori a tempo pieno dovranno lavorare 1.500 ore annue, di cui almeno 350 per docenza e servizio agli studenti. In caso di valutazione negativa si perde lo scatto di stipendio e non si può partecipare come commissari ai concorsi. Per quanto riguarda il diritto allo studio, invece, delega al governo per riformare organicamente la legge 390 del 1991, in accordo con le Regioni, con l’obiettivo di spostare il sostegno direttamente agli studenti per favorire accesso agli studi superiori e mobilità.
IMMEDIATE LE PROTESTE L’Unione degli universitari (Udu) si schiera contro la riforma: «Siamo pronti - dicono gli studenti - ad avviare una fase di agitazione con occupazioni, sit-in e presidi per contrastare una riforma che non trova ragioni se non nell'inserire i privati dentro gli atenei. Il governo- continua la nota dell’Udu - sordo alle istanze del mondo accademico che non ha i fondi pubblici per mandare avanti gli atenei, procede con una riforma che introduce la presenza di privati all’interno dei cda».