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Unità-La sinistra dà l'altolà aRutelli-"Non cancellare le riforme della Destra? Un'idea sua che non condividiamo

ROMA Rutelli contro tutti? Tutti contro Rutelli, con buona parte del centrosinistra che dà l'altolà al presidente della Margherita. Quando mancano gli elementi per dividersi sul presente, si tr...

04/08/2004
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l'Unità

ROMA Rutelli contro tutti? Tutti contro Rutelli, con buona parte del centrosinistra che dà l'altolà al presidente della Margherita. Quando mancano gli elementi per dividersi sul presente, si trovano le scuse per accapigliarsi sul futuribile. Il chiodo fisso dell'estate? Giocare con i "se" e confezionare soluzioni che dovrebbero andare bene per un incerto domani. Così il "se vincesse Kerry rimarremmo in Iraq..." viene alternato al "se vincessimo noi non cancelleremmo le riforme del Polo...". La politica degli annunci solitari che sostituisce lo sforzo di una riflessione programmatica condivisa e necessaria per battere Berlusconi. "Il centrosinistra deve dotarsi al più presto di un programma", ripete il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani. "Se andremo al governo proveremmo le leggi Biagi e Moratti", il Corriere riassume così l'intervista di ieri al leader della Margherita. Le cosiddette "riforme " berlusconiane della scuola, del lavoro o delle pensioni hanno provocato in questi anni la levata di scudi dell'opposizione e dei sindacati. Per protestare contro quelle norme sono scese in piazza centinaia di migliaia di persone. Rutelli stesso definiva quella morattiana una "riforma zelig" che "ha gettato la scuola nel caos". "C'è ben poco da sperimentare - commenta Enrico Panini, segretario della Flc-Cgil - Una legge così, un governo di centrosinistra la deve semplicemente abrogare ". Quanto al mercato del lavoro, il diessino Cesare Damiano ricorda che "la legge 30, impropriamente detta riforma Biagi, aumenta a dismisura la precarietà e annulla i sostegni al lavoro". Rutelli, da politico consumato, avrà messo nel conto le reazioni che avrebbero provocato le sue battute. Il presidente della Margherita conosce perfettamente l'umore dell'opposizione e del popolo dell'Ulivo. Quel sentire comune che il diessino Gavino Angius traduce in cifre, spiegando che "il 90% delle leggi della Casa delle libertà va preso e stracciato ". Un sentimento diffuso quello che circola nel centrosinistra e che trae spunto non solo dallo scandalo delle leggi ad personam, confezionate per Berlusconi e per i suoi sodali. Un leader che è stato candidato premier alle elezioni del 2001 e, successivamente, coordinatore dell'Ulivo può non farsene carico? Può seguire la logica del "vado avanti da solo" che gli fa piovere addosso l'accusa ingiusta di ricercare a tutti i costi visibilità personale? Rutelli non deve certo mettere da parte le proprie idee, sacrificandole al bene superiore della coalizione. Non è questo quello che gli si chiede. Gli si chiede, invece, di far valere le proprie proposte al tavolo programmatico del centrosinistra che va organizzato al più presto possibile. E gli si chiede, soprattutto, di tenere presenti le diverse sensibilità di una coalizione che, per vincere, ha bisogno di tutti: da Mastella a Bertinotti. Il fatto è che il cammino di Rutelli ricorda quello del gambero. Dopo aver guidato l'Ulivo, il presidente della Margherita sembra puntare tutte le carte sul suo partito e sul ruolo che egli può giocare dal suo partito. Come se il rafforzamento della Margherita, e del peso del suo segretario, fosse concepito in alternativa alla scelta di unire una coalizione. Arturo Parisi, ad esempio, rimprovera a Rutelli di non pensare la Margherita come cuore e motore di un processo unitario e di regalare ai Ds il ruolo di catalizzatori dell'unità che chiede il popolo del centrosinistra. Con Piero che incassa consensi non tanto per l'incarico di portavoce della Lista unitaria, quanto per l'immagine di portacroce procuratagli dalla ricerca continua di mediazioni unitarie all'interno della coalizione. Lunedì, nel corso della direzione della Margherita, si è consumato l'ennesimo scontro tra Rutelli e Parisi. Sei ore di discussione dedicate al tesseramento. Poi, ieri mattina, l'intervista del presidente del partito. "Avevamo chiesto invano di fare il punto sulla situazione politica - denuncia il Dl Franco Monaco - Ci si è occupati solo di tesseramento. Mentre in un'intervista al Corriere, rilasciata evidentemente nella stessa giornata, Rutelli formula giudizi e orientamenti di particolare rilievo che avrebbero meritato di essere discussi". E Rosi Bindi chiede collegialità e ricorda al presidente della Margherita che "il nostro primo dovere è quello di sviluppare la capacità di elaborazione comune e di collaborazione del centrosinistra, senza forzature e senza fughe in avanti". Alla base dell'agire politico di Rutelli c'è la convinzione che la frantumazione inevitabile di Forza Italia potrebbe fare incassare nuovi consensi al suo partito. Gli strappi "centristi" del leader Dl, puntano a mettere la Margherita nella condizione migliore per attrarre i delusi azzurri. I Ds, di converso, ritengono che un travaso di voti dal centrodestra al centrosinistra sarebbe possibile solo rafforzando il processo che ha dato vita alla Lista unitaria e mettendo in campo scelte programmatiche radicalmente diverse da quelle che hanno illuso gli elettori della Casa delle libertà. "Per conquistare i delusi della Cdl - spiega il diessino Cesare Damiano - occorre proporre politiche alternative". L'intervista al Corriere, com'era prevedibile, ha provocato un mare di reazioni. Per Bertinotti "Rutelli presenta una piattaforma neocentrista che può rappresentare, al massimo, un correttivo delle politiche del governo delle destre, non certo un'alternativa ". Per il verde Pecoraro Scanio "le riforme della Casa delle libertà vanno abrogate, non riformate". Secondo il Pdci Diliberto "con la riforma della scuola e la legge Biagi un paio di milioni di cittadini verranno consegnati alla macelleria sociale". Nel centrosinistra, però, non mancano posizioni diverse. Luciano Violante condivide Rutelli e afferma che "ci sono alcune leggi che vanno cancellate e altre che invece vanno profondamente corrette ". Per il Ds Nicola Rossi Rutelli "coglie un puntomolto importante, quello di ricostruire un contesto di certezze per gli italiani". Per il socialista Intini "non è pensabile che ad ogni nuova legislatura si ricominci daccapo". L'Udeur Fabris giudica "corretta" l'impostazione di Rutelli. E per Beppe Fioroni, dell'esecutivo della Margherita, "serve una giusta saggezza che sappia sposare l'esigenza di tranquillità dei cittadini con l'alternanza di progetti che restano distanti". Ninni Andriolo