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Unità: Le mille ombre sul futuro dei nostri figli

Ci sono danni evidenti dal decreto Gelmini. Poi ce ne sono altri meno considerati

27/10/2008
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l'Unità

Gli insegnanti non sanno ancora come dovranno redigere le pagelle, che non si sa come saranno fatte.

Un altro quesito enorme è legato alla continuità giuridica del tipo di scuola scelto per i propri figli. Se, ad esempio, si è optato per il liceo linguistico e in corsa la denominazione muta in istituto tecnico linguistico il tipo di studi resta lo stesso o cambia? E se cambia è legittima una class action per quello che può essere giudicato un danno per il mutamento di nome e offerta formativa? Se mio figlio è stato iscritto in un istituto tecnico industriale e questo sparirà per essere inglobato in un istituto tecnico commerciale, come è scritto, anche qui non c’è un danno da colmare, visto che le ore di formazione vengono ridotte notevolmente, non essendoci più i laboratori? E la Confindustria che dice, visto che invoca formazione e questa viene fatta scomparire? Dovrebbe valere il nuovo ordinamento solo per i nuovi iscritti, ma non c’è affatto da fidarsi, anzi è quasi certo che così non sarà. E, comunque, si capirà ben presto a cosa verrà ridotta la scuola pubblica, a tutti i livelli. Chi ha frequentato licei sperimentali, progetti Brocca e similari si tenga il proprio diploma come una preziosa reliquia. Nella legge 133 è chiaramente scritto che non ci dovranno essere meno di 27 alunni per classe: ci dicano da quale calcolo contabile è uscito questo numero che, è ovvio, non ha appiglio ad alcuna esigenza educativa. Come si combatte il bullismo con oltre 27 alunni?

In questi mesi, di norma, iniziava l’orientamento. I ragazzi e i loro genitori venivano invitati negli istituti superiori per conoscere l’offerta formativa, i cosiddetti Pof. Cosa mai potranno scrivere presidi e docenti, ora? È chiaro che è tutto fermo. È altresì chiaro che quando la scelta dovrà essere fatta, in gennaio, per tutti sarà come un salto nel vuoto.

FABIO

LUPPINO

fluppino@unita.it