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Unità-Maroni all'attacco dei sindacati. "Per gli statali non più del 2% di aumenti"

Maroni all'attacco dei sindacati. "Per gli statali non più del 2% di aumenti" di red Le spesa per i contratti del pubblico impiego deve crescere "del 2% e basta". Il ministro del Lavoro, Roberto...

10/10/2004
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l'Unità

Maroni all'attacco dei sindacati. "Per gli statali non più del 2% di aumenti"
di red

Le spesa per i contratti del pubblico impiego deve crescere "del 2% e basta". Il ministro del Lavoro, Roberto Maroni, sbarra la strada a qualsiasi ipotesi di incremento di risorse a favore degli statali e sottolinea che "i sindacati sono diventati il partito della spesa pubblica".

Maroni attacca i sindacati a testa bassa, tanto da far ricordare il Berlusconi vecchia maniera. Dice "I sindacati criticano il governo perché non tiene sotto controllo i conti, però sono loro ormai il partito della spesa pubblica. Loro vorrebbero l'aumento della spesa per i contratti, l'aumento della spesa per il pubblico impiego, l'aumento della spesa per i patronati, ma così non funziona. Per quanto ci riguarda per il pubblico impiego, siccome è spesa pubblica, dovrebbe essere garantito l'aumento della spesa del 2% e basta. Altrimenti - sottolinea il ministro - chiunque si sente autorizzato a chiedere un aumento superiore, e non vedo francamente il perché".

Del resto solo due giorni fa il Tesoro aveva smentito l'ipotesi di un possibile aumento del 5,5% per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego.

Da parte loro i sindacati hanno ribadito la richiesta già avanzata, dell'8% di aumenti, che serve solo "a recuperare il potere d'acquisto ampiamente eroso in questo biennio", come ha confermato il segretario confederale della Uil, Antonio Foccillo, secondo il quale per altro il susseguirsi "ogni giorno voci contrastanti alimenta la confusione e non favorisce l'avvio delle trattative". Ma certo se quella di Maroni di oggi è da ritenere come la proposta ufficiale del governo e non un ballon d'essai, la trattativa si annuncia assai difficile anche solo da iniziare. Le posizioni sono appaiono davvero troppo distanti.

E Maroni ha anche proseguito il suo affondo contro il sindacati definendo il loro ruolo come "struttura fondamentalmente conservatrice che difende lo status quo ed infatti critica e combatte ogni riforma, e che punta ad aumentare la spesa, in particolare quella per i contratti del pubblico impiego. Ma queste direzioni di marcia sono l'esatto contrario rispetto a quello che vuole il governo e che serve all'Italia", che ha bisogno di ammodernarsi, fare le riforme e diminuire la spesa pubblica.

Certo, sottolinea il ministro, "è vero che il sindacato svolge un ruolo insostituibile a tutela dei diritti dei lavoratori. Nessuno mette in discussone questo ruolo, ma rispetto al governo ha senza dubbio una posizione diametralmente opposta, ragion per cui le richieste sindacali non sono accoglibili. Le abbiamo contrastate e continueremo a contrastarle".