Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Medie, Gelmini bocciata dal Tar sull’inglese «potenziato»

Unità: Medie, Gelmini bocciata dal Tar sull’inglese «potenziato»

Accolto il ricorsodei professori di seconda lingua contro il 3+2. Possibilità «forzata» al momento delle iscrizioni. Si riapre il caosLa Gelmini scivola sull’inglese potenziato: fermata dal Tar del Lazio. Ha reso obbligatorio una misura in assenza di un decreto del Presidente della Repubblica. In arrivo uno stop anche sugli organici dei docenti alle scuole?

01/05/2009
Decrease text size Increase text size
l'Unità

MARISTELLA IERVASI

L’inglese pigliatutto della Gelmini è stato bocciato dal Tar del Lazio. I giudici amministrativi hanno accolto la richiesta di sospensiva ai fini del riesame presentata da quasi 300 professori di seconda lingua comunitaria di tutt’Italia, dicendo chiaro e tondo al ministro dell’Istruzione che è sicuramente «illegittimo» che una scuola pubblica faccia only english, impedendo anche ad una sola famiglia di far studiare al figlio la lingua di Stendhal, Goethe o Cervantes.

Come si ricorderà, Gelmini maestra unica con la circolare sulle iscrizioni, la n.4 del 15 gennaio scorso, ha deciso che la scuola media deve «parlare» solo inglese.

Il troppo stroppia

Viale Trastevere ha proposto così, delegando alle famiglie la scelta, la messa in liquidazione dall’istruzione pubblica della seconda lingua comunitaria. La Gelmini punta infatti all’inglese «monopolio» linquistico con 5 ore settimanali invece che le attuali 3, lasciando facoltative le 2 ore di altre lingue straniere purché vi sia «organico disponibile» e non si crei «esubero» dei docenti di francese, spagnolo e tedesco.

Ma c’è di più. Il provvedimento in questione è stato anticipato in assenza del decreto della Presidenza della Repubblica che a tutt’oggi non è stato emanato. Un modus operandi che l’amministrazione Gelmini ha adottato anche per il decreto interministeriale sugli organici che non è definitivo, idem per le nuove norme sul voto in condotta, la circolare sulle iscrizioni nonché per i libri di testo. La prossima settima potrebbero esserci quindi altre sorprese di stop per la maestra unica. Giovedì 7 maggio il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso della Flc-Cgil sugli organici che il sindacato della Conoscenza ha impugnato chiedendo la sospensiva. Ed è atteso un pronunciamento anche sul ricorso ricorso presentato da un gruppo di prof milanesi per quanto riguarda i libri di testo.

Soddisfatti i docenti di seconda lingua comunitaria, dopo la motivazione dell’ordinanza n.1590/09 del Tar. Che precisano: «Non siamo contrari all’inglese potenziato - spiegano Filippo Perini, docente a Firenze e Giacomo Bartoletti di Montecatini. Entrambi insegnano spagnolo - purchè però questa scelta non ricada a discapito di altre discipline». Anche perché 5 ore settimanali di inglese (e neppure con lo stesso insegnante) non possono avere lo stesso peso di 5 ore di Lettere o di Matematica e Scienze. E via dicendo.

Confusione

Nelle scuole la confusione regna sovrana. Anzi, dopo il pronunciamento del Tar sulla seconda lingua comunitaria tutti i disagi dei presidi stanno venendo al pettine. Gli uffici scolastici infatti stanno fornendo agli istituti la dotazione organica e nelle tabelle figurano anche i numeri delle classi prime alle medie che si avvalgono dell’inglese potenziato. Ci sono scuole ad esempio, come in provincia di Pistoia e Montecatini, che hanno deciso formare solo classi di inglese, lasciando fuori le altre lingue. Cosa accade adesso? Di certo il ministero dell’Istruzione è chiamato a correre ai ripari. Dovrà quantomeno riesaminare la situazione e vigilare su come saranno formati gli organici.

Mimmo Pantaleo, segretario della Flc-Cgil: «Le scelte della Gelmini sulla seconda lingua comunitaria vanno contro l’Europa. È una scelta anacronistica. La mobilitazione non è vero che non serve a nulla. Le improvvisazioni della Gelmini danneggiano la scuola pubblica. Non non sono conforme alle leggi. Non si può con un regolamento mettere in discussione un impianto legislativo».