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Unità-Milano e Trento, famiglie contro la Moratti

26.01.2004 Milano e Trento, famiglie contro la Moratti di Luigina Venturelli Una pessima giornata, quella di lunedì, per il ministro Moratti. Senza sosta prova a vendere la sua riforma come...

27/01/2004
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l'Unità

26.01.2004
Milano e Trento, famiglie contro la Moratti
di Luigina Venturelli

Una pessima giornata, quella di lunedì, per il ministro Moratti. Senza sosta prova a vendere la sua riforma come un colpo di genio in grado di migliorare educazione dei figli e vita dei genitori italiani, ma sono in pochi a credere alla sua versione.

A Trento per inaugurare la nuova ala della sede arcivescovile, è stata accolta da studenti e giovani disobbedienti che, a suon di slogan, lanci di vernice e tafferugli con le forze dell'ordine, hanno manifestato tutto il loro disappunto in proposito.

A Milano cambiano i modi, ma non la sostanza: "Moratti non dire le bugie". Il cartello che ha animato la protesta delle scuole elementari milanesi parla chiaro: le parole di entusiasmo con cui il ministro dell'istruzione ha fatto passare il suo decreto non se le sono bevute nemmeno i bambini.

In tanti, infatti, hanno partecipato alla manifestazione organizzata ieri mattina davanti alle elementari di via Mugello e di via Mezzofanti: mano nella mano con i genitori, hanno sostato davanti agli istituti anche dopo lo squillo della campanella d'inizio delle lezioni. Così si sono ritrovati in duecento, tra piccoli studenti, mamme, papà ed insegnanti, a testimoniare con la loro presenza una battaglia per la scuola che pare solo alle sue prime battute.

Un'occupazione simbolica durante la quale hanno presidiato i marciapiedi e i passaggi pedonali della zona, distribuendo volantini, stendendo striscioni, reggendo cartelli per sensibilizzare i passanti su una questione che non coinvolge solo gli addetti ai lavori, ma che riguarda il sistema educativo di tutto il paese.

"Oggi sono qui come mamma - racconta una delle maestre - perchè così si annulla il tempo pieno, si garantisce una copertura oraria, ma si annulla un modello educativo. Come insegnante, invece, contesto una riforma su cui non c'è stato dialogo e non c'è stata alcuna formazione degli insegnanti".

La posta in gioco giustifica ampiamente il ritardo con cui, per una volta, sono entrati in classe: la salvaguardia del tempo pieno di 40 ore settimanali e la difesa della qualità dell'offerta formativa.

"Lo schema del 27 più 3 più 10 deciso dal ministro Moratti - spiega Roberto Attanasio, presidente del consiglio di circolo dei genitori - è una specie di truffa che non garantisce il tempo pieno, inteso come progetto educativo unitario assicurato dalla compresenza di due insegnanti per classe. Si tratta solo di un contentino che per il prossimo anno assicura la permanenza degli alunni a scuola per 40 ore, ma per il futuro nulla è certo, i fondi non sono stati previsti, e le ore aggiuntive rispetto alle 27 obbligatorie potrebbero trasformarsi a pagamento. Inoltre non è assicurato l'organico insegnati necessario ad incrementare l'offerta formativa: se in due per classe riescono a realizzare diversi gruppi di lavoro e a seguire con più attenzione i bambini con difficoltà d'apprendimento o disabili, con i limiti previsti dalla riforma questo non sarà più possibile".

Il decreto approvato di recente dal consiglio dei ministri, infatti, assicura il tempo pieno "nel limite del numero dei posti attivati complessivamente a livello nazionale per l'anno scolastico 2003-2004". Vale a dire: il tempo pieno si fa solo se già ci sono gli insegnanti. L'opposto di quanto accaduto fino ad ora: si assumono tanti insegnanti, due per classe, quanti richiesti dalle iscrizioni al tempo pieno, che solo a Milano riguarda l'87% delle scuole.

"La preoccupazione è estesa - sottolinea Gianluigi Gandola, preside dell'istituto elementare di via Mugello - perchè qualsiasi cosa dicano al ministero, il decreto parla chiaro e tondo. Con gli organici bloccati, il tempo pieno non può farsi che dove già c'è".

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