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Unità: Mobilitazione all’Istat

Contratti, ancora niente

31/07/2008
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l'Unità

Prima un’assemblea, poi un corteo spontaneo con blocco del traffico finito con l’arrivo della polizia (che ha identificato un paio di manifestanti), quindi l’occupazione del Datashop: i lavoratori dell’Istat hanno protestato ieri contro il governo che taglia stipendi e diritti dei dipendenti pubblici, affonda la ricerca e non stabilizza i precari. A proposito di precari: l’Istituto di via Balbo vanta uno specifico non proprio esaltante. Riguarda 300 ricercatori impegnati in tutta Italia nella rilevazione delle forze di lavoro. Sono co.co.co, alcuni da sei anni, collaborazioni che all’ultimo momento, magari con un emendamento in extremis alla Finanziaria di turno, i vari governi hanno confermato. Per gli interessati sono stati anni di incertezza e allo stato dei fatti ogni speranza di stabilizzazione sembra dissolta. Per questo, circa la metà dei precari ha fatto causa all’Istat per veder riconosciuto il rapporto di subordinazione mentre diventa sempre più probabile che l’Istituto riprenda la strada (intrapresa anni fa e poi bloccata) dell’esternalizzazione del settore.

Sempre ieri si tenuto un nuovo incontro tra sindacati e Aran per il rinnovo dei contratti pubblici. Nulla di fatto, è tutto rinviato a settembre. Anche il ricorso allo sciopero che diverrà inevitabile se il governo non garantirà le risorse necessarie al rinnovo dei contratti per 3 milioni e mezzo di persone, scuola compresa. Su questo dall’agenzia per la contrattazione pubblica non è arrivata alcuna garanzia, del resto non può arrivare, il punto è squisitamente politico e chiama in causa il governo. L’Aran ha proposto l’apertura di tre tavoli. A Cgil, Cisl e Uil va benissimo discutere, chiedono però qualcosa di più tangibile. Al termine dell’incontro dai sindacati commenti negativi e l’impegno a mantenere in piedi la mobilitazione.

fe.m.