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Unità-Moratti e la moltiplicazione delle università private

Moratti e la moltiplicazione delle università private Roberto Monteforte Un bell'esempio e molto concreto della nuova politica universitaria del ministro, Letizia Moratti e della maggioranz...

19/03/2005
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l'Unità

Moratti e la moltiplicazione delle università private

Roberto Monteforte

Un bell'esempio e molto concreto della nuova politica universitaria del ministro, Letizia Moratti e della maggioranza di centrodestra è arrivato proprio giovedì scorso. Dare soldi alle università private e toglierle a quelle pubbliche. E questo il giorno prima dello sciopero nazionale del pubblico impiego e quindi anche dei lavoratori nella scuola e della ricerca. Con gli atenei sul piede di guerra per la mancanza di risorse e per l'autonomia mortificata dalle scelte di questo governo.

ROMAGiovedì la Camera ha approvato la conversione del decreto legge n.7/2005 "recante", tra l'altro, "disposizioni urgenti per l'università e la ricerca". Provvedimenti a pioggia. Con sanatorie e finanziamenti che sembrano rispondere soprattutto a logiche di lobby ed elettoralistiche. Con alcune chicce veramente pesanti.
Si sa che alla Moratti stanno a cuore i centri "eccellenza" meglio se privati. Ed ecco una bella scelta coerente: l'articolo 1-bis del provvedimento che prevede un aumento di circa 9 milioni di euro per ciascuna annualità dal 2005 al 2007 al fondo per le università private. E visto che le risorse sono quelle che sono, si tira la coperta. Questo vuole dire lasciare scoperte le università pubbliche. È a loro, infatti, che quelle risorse vengono sottratte. Ma non è la sola misura "elettorale". Lo sottolinea e invita a ricordarlo il deputato Walter Tocci (Ds) che, con gli altri deputati del centrosinistra ha tentato di contrastare il provvedimento omnibus e ne ha esaminato con attenzione gli effetti.
La scuola Jean Monet diventa facoltà della seconda università di Napoli, ma senza alcuna valutazione, per "intervento legislativo" (lo stabilisce l'art.1-quinquies). Un invito alla ulteriore proliferazione degli atenei privati. Il provvedimento affronta anche alcune situazioni "d'emergenza" sul nostro patrimonio culturale e artistico. Le priorità del governo? Rocca di Montefarmine, borgo di Carassi, la Cappella della Ginestra, l'agenzia per il patrimonio culturale euromediterraneo di Lecce e via dicendo. Tutte realtà da affrontare con l'urgenza del "decreto legge". E chicca tra le chicche (art.3-bis)il sostegno alla polisportiva Audax-Sanrocchese di Gorizia.
Una bella occasione per mettere mano anche alla Ricerca. Il governo continua nella sua operazione "piazza pulita": fuori la rappresentanza dei ricercatori dalla gestione degli Enti. È lo spirito con cui ha "cancellato" l'Assemblea della Scienza con funzioni consultiva nella programmazione della ricerca in Italia. È la via al "commissariamento" politico della ricerca italiana. Era rimasto fuori solo il comitato direttivo dell'INGV, l'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Occorreva cancellarne l'anomalia: la presenza di due rappresentanti della comunità scientifica. Operazione conclusa, almeno per ora, con il comma 3 dell'art.2.
Un altro omaggio all'efficienza e al rigore? I dirigenti nominati dal governo dovevano essere valutati sulla base dei risultati. Ora si cambia. Con una norma ad hoc (per la precisione l'articolo 5-1 quinquies) vengono promossi dirigenti dello Stato a vita e senza concorso. E forse con la speranza che restino "fedeli" a vita ai loro sponsor politici.
E poi prolificano i nuovi istituti: l'Istituto di Lucca per dottorandi e non è un segreto quanto la città toscana stia a cuore al presidente del Senato, Marcello Pera. Per non parlare dell'Istituto italiano di alta tecnologia (ITT) di Genova, finanziato con un miliardo di euro. È talmente avanzato che dopo più di un anno non conta ancora un ricercatore e un laboratorio. Alla faccia del periodo di vacche magre solo per consulenze amministrative - ricorda Tocci - l'ITT ha speso ben 1,4 milioni di euro. Un paradosso visto che la vocazione di questo Istituto, tanto caro alla Moratti è proprio quella di "combattere la burocrazia". Il decreto, comunque, dovrà passare all'esame del Senato.

rapina continua (agli atenei statali)