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Unità-Morricone e Finardi: che scandalo, che tristezza...

Il compositore: "Non è un caso: fu la Moratti a tagliare le orchestre Rai". Il cantautore: "È un episodio della tragedia che stiamo vivendo" Morricone e Finardi: che scandalo, che tristezza... ...

06/02/2005
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l'Unità

Il compositore: "Non è un caso: fu la Moratti a tagliare le orchestre Rai". Il cantautore: "È un episodio della tragedia che stiamo vivendo"

Morricone e Finardi: che scandalo, che tristezza...

ste. mi.

"Letizia Moratti evidentemente ha il destino di essere contro la musica. Fu lei a tagliare le orchestre della Rai, oggi è lei a tagliare la musica dalle scuole. Forse costretta dai tagli alle spese. E già mancano posti per insegnare, così facendo si colpisce sia i lavoratori della musica sia chi dovrebbe saperne di più. Assurdo". A ricordare il "precedente" del ministro è Ennio Morricone, compositore che come usa dire non ha bisogno di spiegazioni. E un altro musicista che non risparmia parole amare e dure è Eugenio Finardi, il cantautore partito dalla sua "musica ribelle" a metà anni Settanta.
"Era già scandaloso il modo in cui si insegnava prima - afferma - Il dichiararla non educativa, non formativa, è ancor più scandaloso e molto triste. Perché, nel mio modo di vedere laico e razionalista, quello della musica è l'unico accesso emotivo all'assoluto che ha l'uomo. È molto particolare, strana e misteriosa, questa caratteristica dell'essere umano: riusciamo ad apprezzare in maniera sensuale le leggi dell'universo, matematiche e fisiche, a goderne se sono espresse in forma di sequenze udibili al nostro orecchio. E il suo apprendimento è fondamentale per la preparazione di una persona". Scandaloso, lei dice, ma dobbiamo sorprenderci di questo progetto da parte di chi è espressione dell'attuale governo? "No, la musica fa parte dell'attacco generale alla cultura espresso da questo governo. Quando ho saputo di questa notizia ho sentito bollire il sangue". Il fatto non deve stupire, continua Finardi, perché raffigura un episodio "nella tragedia del momento che viviamo e corrisponde a quella logica secondo la quale conoscere la musica vorrebbe dire disconoscere la musica banale che ci propone l'industria. È tragico - e il tono della voce dice tutto - e peraltro se ne vedono gli effetti al festival di Sanremo". Dopo di che il musicista indica un concetto caro anche a Riccardo Muti: "Riflettiamo sulle parole "concerto", "concertare", "accordarsi" con gli altri, "armonia": la musica educa, è l'unica attività in cui gli esseri umani respirano lo stesso microsecondo per accordarsi su un tempo in cui vivere un'emozione, nell'insieme e negli altri ci si guadagna come individui, è lezione d'umanità".
Rispetto ad altre discipline, una contraddizione salta all'occhio: "L'insegnamento della musica dovrebbe essere come quello della letteratura - nota Finardi - altrimenti, usando lo stesso criterio, si dovrebbe insegnare Tolstoj o Leopardi solo a chi vuol diventare scrittore. Oppure si presuppone che mio figlio, che fa il liceo artistico, debba fare per forza il pittore. Come si impara a leggere Dante così si dovrebbe imparare a leggere la musica per apprezzare Mozart, B.B. King e Bob Marley". E per chiudere il cantautore mette l'accento su una stranezza apparente: "Berlusconi manda i suoi figli a un tipo di scuola dove si studia violino, violoncello, gli strumenti". Ma forse questa è solo una storia vecchia quanto una certa idea della conoscenza e del potere