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Unità: Napolitano:il governo ascolti le ragioni di questi ragazzi

Nella giornata milanese del presidente della Repubblica, dedicata a Bocconi e Statale, riconosciuta a docenti e studenti una volontà che altri non mostrano

01/11/2008
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l'Unità

Chi governa si impegni a cercare il confronto con l’Università. Nella giornata milanese del presidente della Repubblica, dedicata a Bocconi e Statale, riconosciuta a docenti e studenti una volontà che altri non mostrano.«Giorgio, mettici tu una pezza». Ad uno studente, evidentemente fuori sede, confuso tra la folla di ragazzi che appalude con calore il Presidente che va via dalla Statale, esce dal cuore l’invito a Napolitano che ha dedicato gran parte della sua giornata milanese ad una attenta ricognizione sul campo della tormentata realtà universitaria, quella di privilegio della Bocconi di cui ha inaugurato una nuova e bella sede e, innanzitutto, quella della Statale,una delle strutture pubbliche che devono fare i conti con i tagli e, come hanno detto i rettori al Capo dello Stato, potrebbero presto trovarsi a ridurre in modo drammatico «servizi, didattica e ricerca». Lo testimonia il professor Enrico Decleva, presidente della Conferenza dei Rettori : «Non è indelicato dire che anche per il Presidente i tagli previsti nel 2010 non sono sostenibili».

Convinto com’è che solo dal confronto costruttivo possa uscire una soluzione che tenga insieme le necessità di bilancio e le legittime richieste di un mondo che è una ricchezza e non un ramo secco, Giorgio Napolitano ha voluto confrontarsi direttamente con i professori e con gli studenti e ribadire «il ruolo insopprimibile di università e ricerca» Ha discusso, ha «ascoltato le loro preoccupazioni», li ha spronati a non guardare «solo al passato» ma ad impegnarsi per il futuro, ha mostrato di apprezzare «la loro predisposizione a far sentire le proprie ragioni, a elaborare proposte, a confrontarsi». Lo ha fatto solo lui in queste giornate incandescenti. Nessun altro rappresentante delle istituzioni ha sentito l’obbligo di andare a conoscere da vicino una realtà che non è solo di rifiuto e contestazione come qualcuno vorrebe far credere. Ieri nelle università milanesi non c’era neanche il ministro Gelmini che pure da queste parti dovrebbe essere di casa.

Il confronto, dunque. «Non il dialogo perchè proprio l’altro ieri ho spiegato il perchè è meglio parlare di confronto serio e responsabile» ha chiosato Napolitano. «Il presupposto è che lo si voglia e lo si renda possibile. Io confido che anche da parte di chi ha responsabilità di governo in questo campo cruciale si sia pronti ad intavolare una discussioen e a sentire le ragioni dell’università espresse nel modo più disinteressato e costruttivo». In quella realtà interlocutori già identificati. «C’è la Conferenza dei rettori» indica il presidente ma anche le rappresentanze degli studenti. Le facce pulite di quelli che ha incontrato alla Bocconi che quelli della Statale che «mi hanno dato un’impressione molto confortante» e che si sono lamentati con il presidente di non avere avuto fin qui nessuno che abbia mostrato apertura ad un dialogo in queste condizioni impossibile. Ed ai ragazzi il presidente dedica la sua preoccupazione: «Gli scontri di piazza Navona sono il segnale dei rischi che il movimento studentesco corre. Quegli incidenti hanno suscitato grandissima attenzione, ma non sono l'immagine, la rappresentazione vera di questa grande massa di studenti che si è messa in agitazione e che occupa» ma in cuiin cui «è facile introdurre degli elementi devianti».

«Presidente, presidente» scandiscono i ragazzi di cui Napolitano hamostrato di apprezzare la «volontà positiva».Prima di lasciare Milano c’è il tempo per una breve visita all’antica libreria Scognamiglio, in centro dove ad attenderlo ci sono, tra gli altri, Umberto Eco e Ferruccio De Bortoli.

Alla Statale gli striscioni sono ormai flosci per la pioggia. Ma i ragazzi non nascondo la soddisfazione, per una volta bipartisan, di aver trovato finalmente qualcuno a cui raccontare dei loro problemi la cui soluzione significa non rinunciare a coltivare speranze concrete e anche sogni. Alla loro età anche quelli sono importanti.

MARCELLA CIARNELLI

MILANO

mciarnelli@unita.it