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Unità: Né unità né uguaglianza

REFERENDUM, ISTRUZIONI PER L’USO

20/06/2006
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l'Unità

Gian Piero Orsello

A pochi giorni dal voto dobbiamo considerare come a sostegno della progettata riforma della destra, che deve essere coerentemente respinta con un deciso NO nel prossimo referendum, si è sostenuto da parte dei suoi zelatori che essa si riferisce soltanto alla seconda parte della Costituzione e non intacca i principi, contenuti della prima parte di essa e posti a base dei diritti fondamentali da essa attribuiti e riconosciuti, in quanto ogni punto della prospettata controriforma si ripercuote sull'effettivo riconoscimento dei diritti e dei principi fondamentali. In particolare verrebbe colpito l'articolo 5 della Costituzione che afferma solennemente che la Repubblica è una e indivisibile e che è essa a promuovere le autonomie locali, non a registrarle semplicemente, come frutto di una attribuzione del "nazionalismo" regionale e locale. Ma anche l'articolo 3 verrebbe indirettamente leso in quanto verrebbe posta in discussione l’uguaglianza dei cittadini appartenenti a Regioni diverse.
Inoltre si deve tenere presente che tutta la progettata riforma si regge su una forzatura della pretesa applicazione dell'art. 138 della Costituzione che evidentemente prevede una procedura che può riguardare la modifica di qualche articolo della Costituzione o di un suo Titolo, come è avvenuto ad opera della maggioranza di centrosinistra tra il 1996 ed il 2001, ma non di più di un terzo degli articoli della Costituzione (57 su 139).
Questa «controriforma» stravolge l'intera Costituzione modificando anche alcune Disposizioni transitorie: nel passato, quando si era concepita una riforma costituzionale di più ampio contenuto, si era prevista da taluno una nuova Assemblea costituente, peraltro giustificata dopo grandi rivolgimenti bellici e profonde trasformazioni politiche e sociali, oppure si era convocata una Commissione bicamerale, che, per la verità, non ha lasciato un buon ricordo, indipendentemente dalle intenzioni di chi ne faceva parte, ma che appunto era stata prevista da una legge costituzionale e che non avrebbe potuto né dovuto poggiare sull'art. 138 della Costituzione.
Tra l'altro, eliminare il sistema parlamentare e sostituirlo con un regime presidenzialista particolarmente accentuato dai poteri del primo ministro costituisce una riforma che colpisce uno dei punti centrali della Costituzione e ne stravolge profondamente l'essenza sostanziale. Con queste premesse e su queste basi è evidente la necessità di respingere la proposta riforma e di andare convintamene alle urne per votare decisamente NO.