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Unità-No, il Tutor no", alle elementari è rivolta

"No, il Tutor no", alle elementari è rivolta di Oggi al Vittoriano si inaugura in pompa magna l'anno scolastico 2004-2005. Vi sarà il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e il mi...

20/09/2004
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l'Unità

"No, il Tutor no", alle elementari è rivolta
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Oggi al Vittoriano si inaugura in pompa magna l'anno scolastico 2004-2005. Vi sarà il presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi e il ministro dell'Istruzione, Letizia Moratti che farà il suo numero sulle sorti magnifiche e progressive della scuola italiana. La realtà purtroppo è diversa. E non basta una mano di belletto, stile "modernità", per nasconderne la situazione drammatica. In questo inizio d'anno scolastico i nodi di scelte improvvisate o forzate stanno venendo al pettine.
Uno dei cavalli di battaglia di viale Trastevere è l'introduzione nelle classi del "tutor", docente "prevalente" con minimo 18 ore di insegnamento frontale. Una figura "monocratica" che non è prevista dalla legge 53 di riforma voluta dalla stessa Moratti, ma che è stata introdotta dal decreto delegato applicativo della legge stessa. Una scelta contestata da molti e autorevoli giuristi che la hanno definita incostituzionale perché priva della delega del Parlamento, in contrasto con il principio dell'autonomia scolastica tutelato dalla Costituzione e lesiva delle norme contrattuali che regolano i rapporti di lavoro.

Intimidazioni.
Per l'introduzione del "tutor" proprio di battaglia si è trattato. Fatta di scontri, pressioni e intimidazioni su dirigenti scolastici e collegi dei docenti che hanno finito per creare un clima avvelenato nelle scuole italiane che nella loro stragrande maggioranza, oltre l'80%, hanno risposto picche alle "sollecitazioni" di viale Trastevere. Il culmine di questa campagna di pressione è stata la lettera "riservata" che il 30 giugno scorso, il Capo Dipartimento del ministero dott. Pasquale Capo ha inviato ai dirigenti scolastici regionali. Una indicazione precisa della volontà di stringere i tempi, visto che lo scorso anno solo il 14,5% dei collegi dei docenti aveva detto sì al "tutor". Così è partita la missiva non certo leggera, con intimidazioni e minacce di sanzioni disciplinari verso quei dirigenti scolastici che frenerebbero l'applicazione della riforma. "Non poteva mancare il richiamo alla legge 53, ma è una legge da rispettare anche la Costituzione italiana che definisce con chiarezza gli ambiti dell'autonomia scolastica", stigmatizza Enrico Panini, segretario generale della Cgil-scuola. E aggiunge: "Vanno rispettai anche i contratti e l'ambito della contrattazione". "Questa lettera in regioni come Liguria,Piemonte, Toscana, Umbria, Emilia e Calabria - racconta - ha provocato un'escalation degli interventi dei direttori regionali, tutti nominati secondo lo spoils system dalla Moratti, che attraverso lettere, richieste di intervento specifici verso dirigenti scolastici e singoli docenti, sono intervenuti pesantemente. Si è arrivati a chiedere ai dirigenti scolastici di far rivotare le delibere ad alcuni collegi. Un clima aspro, reso ancora più pesante dal caso di Roma, dove dei Carabinieri sono entrati una scuola per sentire gli insegnanti o di Ravenna, dove un ispettore ha convocato dei docenti chiedendo loro conto dei libri adottati non conformi alle indicazioni del ministero...". "Malgrado questo - aggiunge - la figura del tutor è applicata solo dal 18% delle scuole italiane. Il resto dei collegi o ha seccamente respinto l'introduzione di questa figura o ha rinviato a settembre la decisione, in attesa dell'esito della contrattazione. Oppure ha deciso di mantenere il modello collegiale sulla linea "tutti tutor". È questo il dato giugno-settembre. La stragrandissima maggioranza delle scuole italiane ha fatto fronte alle intimidazioni che alla fine non hanno prodotto esiti molto significativi per il ministero".

Contrattazione. La parola ora è alla contrattazione. A fatica e dopo scontri anche duri, infatti, il 30 agosto si è arrivati ad aprire un tavolo formale di "contrattazione" tra Cgil, Cisl e Uil con l'Aran e governo su questo punto. Il 24 agosto la Moratti emette un "atto di indirizzo" peraltro contestato dai sindacati che chiedono di incontrarla con il suo collega responsabile della Funzione pubblica, Luigi Mazzella. Si vedranno il prossimo 23 settembre.

Il "tuttor" e il "nienter". L'incontro non sarà facile. I sindacati lamentano uno stravolgimento per la scuola italiana. Nella scuola primaria, ad esempio, si passerebbe dal modulo "tre insegnati per due classi, trenta ore alla settimana, con un profilo professionale uguale per tutti" al "docente prevalente", una riedizione del maestro unico, che con non meno di 18 ore di insegnamento frontale si vederebbe attribuite quasi tutte le competenze, compreso il rapporto con i genitori. Un "tuttor" quindi, mentre per i colleghi, definiti non a caso il "nienter", resterebbero poche e residuali responsabilità. "L'improvvisazione può avere inaspettati effetti, devastanti effetti sulla scuola italiana" afferma Panini. "Con il tutor la Moratti vuole reintrodurre nella scuola una professionalità gerarchica - commenta- . Cgil, Cisl e Uil, invece, difendono l'idea di una professionalità collegiale, condivisa e diffusa. È il patrimonio maturato negli ultimi dieci anni dalla scuola italiana". Mondi diversi che poco hanno in comune. Così anche i dirigenti scolastici, che nella scuola dell'autonomia si rifiutano di essere dei semplici esecutori di ciò che è deciso a viale Trastevere, dalla Liguria all'Emilia e Romagna, fanno sentire la loro