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Unità: Noi, precari dell’Ingv studiamo il sisma senza un contratto

L’istituto di geofisica e vulcanologia monitora i terremoti: oltre la metà dei dipendenti rischia di andare a casa. «Ma non ci tiriamo indietro per solidarietà con gli abruzzesi»

11/04/2009
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l'Unità

MARISTELLA IERVASIÈ la notte di domenica scorsa. Arriva a Guido Bertolaso ma anche a un precario sismologo un messaggino sul cellulare di servizio: «Terremoto all’Aquila», con tanto di stima dell’ipocentro, la magnitudo e le province coinvolte. Il dipendente in scadenza (con un contratto a termine) si è subito precipitato all’Istituto nazione di Geofisica e Vulcanologia di Roma, in via di Vigna Murata. E da lì è partito per l’Abruzzo perché era di turno per l’emergenza rete mobile. Sì, è toccato proprio a lui, precario, insieme ad altri precari e non, precipitarsi nella zona epicentrale del sisma per installare la strumentazione utile per il monitoraggio della sequenza sismica in atto. E all’indomani, nella sera della replica, con magnitudo 5.3 che ha continuato a gettare nel terrore la popolazione abbruzzese, l’equipe di esperti dell’Ingv era ancora lì, sulla «bocca» del terremoto: a pochi chilometri a sud-est del’Aquila.

A sentire il ministro Brunetta, i precari sono tutti in odore di «fannullismo». Tant’è che per via della sua legge proprio chi studia i terremoti rischia di venire «licenziato» senza alcuna prospettiva di stabilizzazione futura. E sono tanti all’Ingv. Lo stesso Enzo Boschi, presidente dell’istituro di ricerca si appellò al Governo nell’ottobre scorso. Una lettera in cui Boschi riepilogò con particolari la situazione Ingv, sottolineando che «l’istituto nato nel 2001 ha operato quasi esclusivamente in regime di divieto di assunzioni». Ed ecco i numeri del «cervelli» precari che lavorano nell’Istituto che le riviste scientifiche internazionali definiscono «prestigioso». 282 sono i titolari di contratti di lavoro dipendente a tempo determinato; 68 i titolari di assegni di ricerca: 7 i titolari di contratti di collaborazione coordinata e continuativa in settori tecnico-scientifici. Un totale di 357 unità di personale precario. Tra cui figurano 108 ricercatori, 59 tecnologici, 76 collaboratori tecnici specializzati, 39 addetti ai servizi amministrativi di supporto.

Gli occhi del mondo intero sono puntati sull’Abbruzzo. E l’Ingv è il sito più cliccato in questi giorni: vi è riportata dettagliatamente tutta la sequenza del sisma in atto, nonché i terremoti recenti e la produzione scientifica. Anche i precari Ingv, in mobilitazione dall’ottobre 2008, per via della totale incertezza sui rinnovi dei contratti a termine, hanno un loro sito. C’è scritto: «Esprimiamo la nostra solidarietà alla popolazione dell’Abruzzo colpita dai drammatici eventi sismici e continuamo a garantire il massimo sforzo in tutte le attività tecnico/scientifiche per dare sostegno alle persone duramente colpite. Lo stato di agitazione permanente è subordinato al senso di dovere e di responsabilità con cui queste attività vengono svolte e lo sarà per tutta la durata dello stato di emergenza».

Se solo Brunetta andasse in visita all’Istituto nazione di Geofisica e Vulcanologia...