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Unità: Oggi è la scuola la vera emergenza democratica di questo Paese

Intervista a MilaSpicola

21/06/2010
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l'Unità

Erano due anni che aspettavo quell’abbraccio dal Partito democratico». Il giorno dopo il l Palalottomatica Mila Spicola, l’insegnante di Palermo che ha raccolto gli applausi calorosi dei democratici arrivati a Roma, è ottimista: «Il Pd ha finalmente capito che la scuola deve essere al centro della politica». L’abbraccio più lungo Bersani l’ha dedicato proprio a lei. Un successone ieri. «Quell’abbraccio l’ha dedicato alla scuola e di questo sono felice perché per due anni è stato un argomento quasi dimenticato dal partito. Francesca Puglisi, responsabile scuola nell’esecutivo Pd, invece, ha mostrato un interesse reale, ci siamo visti insieme ad altri insegnanti molte volte mettendo in piedi un lavoro importante. Si è finalmente capito che la scuola è la vera emergenza democratica del Paese: se molliamo su questo potranno passare tutte le leggi bavaglio o comprimere qualunque diritto perché si perderebbe la capacità di esercizio critico, di socializzazione sana». Ieri Fabrizio Gifuni ha definito la televisione, citando Pasolini, la nuova forma di fascismo. Esagerato? «Niente affatto, oggi la nostra agenzia educativa concorrente è la televisione. Ogni giorno in classe devo combattere con i miei ragazzi che puntano tutti a fare i ballerini, che mi chiedono di commentare “Amici” e quando rispondo che non ho la televisione mi guardano stupiti. In Sicilia noi ci battiamo per il tempo pieno non soltanto per togliere i ragazzi dalla strada, ma anche per sottrarli alla televisione». Lei diventò «famosa» per una lettera scritta ad un quotidiano sul fondo schiena che prevale su tutto, anche su due lauree. «Quella lettera la scrissi d’impulso, leggendo un articolo sul Financial Times, ma la mia lotta quotidiana da sempre è per una scuola migliore, inclusiva. Sono stata precaria all’università per quindici anni, quando ho ottenuto il posto nella scuola media ho scelto di tornare a Palermo, nei quartieri dove è più complesso insegnare. Oggi insegno alla Quasimodo, nel quartiere Oreto, dove convivono realtà sociali diverse. In Sicilia c’è davvero il Vietnam, in molti luoghi lo Stato è ancora visto come un nemico». Lei ha chiesto: cosa aspettate a scendere in piazza?. Lo chiedo a lei, cosa aspettano? «Qui la gente si accorge se ti batti nel loro interesse e sono con te, ma è molto più complesso riuscire a coinvolgerli in una battaglia che è anche politica. Per questo un partito come il Pd deve avere la forza di rimettere al centro proprio questo tema e far sentire agli 800mila insegnanti e alle famiglie che non sono soli». M.ZE.