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Unità: Ora di etica o religione, Berlino al voto

Oggi nella capitale tedesca il referendum voluto dall’associazione di fedeli cattolici «Pro Reli». Obiettivo: cancellare l’obbligo di insegnamento dell’etica nelle scuole introdotto dalla maggioranza Spd-Linke.

26/04/2009
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l'Unità

Merkel si schiera con i cattolici

GHERARDO UGOLINIEtica o religione? La metropoli più laica e secolarizzata d’Europa (il 60% degli abitanti si dichiara non credente), tradizionalmente moderna e trasgressiva, fiera delle sue «diversità» a partire dal sindaco gay Klaus Wowereit, è diventata nelle ultime settimane il teatro di una guerra di religione in cui gli opposti schieramenti si combattono con slogan e parole d’ordine da guerra fredda che nessuno avrebbe immaginato vent’anni dopo la caduta del Muro.

L’associazione di fedeli

La crociata è partita mesi fa con la nascita dell’iniziativa civica denominata Pro Reli, cioè «per la religione»: un’associazione di fedeli cattolici e protestanti, sostenuta dalla Cdu, che si batte perché venga cambiato il sistema d’insegnamento della religione in vigore nelle scuole di Berlino. Attualmente gli scolari delle medie e superiori a partire dai tredici anni frequentano obbligatoriamente lezioni di etica, mentre l’insegnamento della religione è facoltativo. Questo dispositivo, che costituisce un eccezione rispetto al modello praticato negli altri Länder tedeschi, è stato introdotto nel 2006 dalla maggioranza Spd-Linke al governo della città, in quanto ritenuto il più idoneo per una comunità in cui sono rappresentate decine di etnie e di confessioni religiose. L’insegnamento di etica è concepito come una forma di educazione civica che trasmette i valori fondamentali della costituzione tedesca ed educa alla convivenza pacifica tra cittadini di vario orientamento e provenienza.

I fautori di «Pro Reli» si sono mobilitati contro questo meccanismo che giudicano penalizzante per la fede cristiana e hanno raccolto oltre 250mila firme tra i cittadini per introdurre l’obbligo di scegliere o religione o etica. È precisamente questa la materia del contendere, su cui oggi si svolge un referendum al quale sono invitati a partecipare oltre 2,4 milioni di berlinesi.

E la polemica si è fatta inevitabilmente rovente. «Votare sì è una questione di libertà», «La fede sposta le montagne», «Libertà di scelta»: chi gira per le strade della capitale tedesca non può evitare di imbattersi in megacartelloni con queste frasi scritte a carattere cubitali. La campagna pubblicitaria di Pro Reli, che ha fatto proseliti anche tra alcuni gruppi musulmani, è tutta giocata sul concetto di «libertà»: la libertà di scelta che la sinistra al governo di Berlino avrebbe conculcato imponendo i corsi di etica a tutti. Dall’altra parte i cartelloni della Spd ribattono con lo slogan «Etica o religione? Noi le pratichiamo entrambe».

Alla vigilia del referendum ha pensato bene di scendere in campo anche Angela Merkel proclamando il suo voto a favore di Pro Reli. «Spero che il maggior numero possibile di cittadini si dichiari a favore dell’insegnamento della religione» ha esortato la cancelliera.

L’opinione pubblica appare divisa sull’argomento, con una prevalenza del no nei quartieri orientali (ex Ddr) e del sì in quelli occidentali.

Ma il vero pericolo per i referendari è che succeda come lo scorso anno in occasione della consultazione sulla chiusura dell’aeroporto di Tempelhof, allorquando i promotori del referendum, pur ottenendo la netta maggioranza dei voti, non raggiunsero il quorum e di conseguenza il risultato fu dichiarato nullo.

La sfida

Qui sta il punto: ai sostenitori di Pro Reli non sarà sufficiente ottenere più consensi degli altri. Per farcela davvero bisognerà che per la loro iniziativa votino almeno 612mila cittadini, pari al 25% dei berlinesi aventi diritto. Altrimenti tutto resterà come prima.