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Unità-Piccoli estremisti in pantaloni corti

Piccoli estremisti in pantaloni corti 4 Mentre miss Crudelia Moratti s'immagina bambini tra i cinque e i sei anni che si presentano in prima elementare con "piani di studio personalizzati", la signo...

04/02/2004
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l'Unità

Piccoli estremisti in pantaloni corti
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Mentre miss Crudelia Moratti s'immagina bambini tra i cinque e i sei anni che si presentano in prima elementare con "piani di studio personalizzati", la signorina Maria Burani Procaccini Rottenmeier ha deciso di imporre il galateo che vieta ai medesimi di partecipare alle manifestazioni. Questo per legge, a firma Forza Italia Doc. Dovranno attendere la maggiore età, gli undici anni suonati, e poi, dopo la prima comunione, potranno accedere ai cortei, ai comizi, alle assemblee, alle sedute plenarie di Porta a Porta, potranno armarsi di bandiere e di striscioni, distribuire volantini, persino ascoltare. Prima d'allora risponderanno i genitori, in solido. Metti che una mamma passi di lì, spingendo la carozzella: scatta subito la multa, da cinquecento a duemila euro. Già si vede il vigile che s'avvicina, scruta il bimbetto, chiede i documenti, verga la ricevuta, consegna e incassa, nel momento in cui sfila Schifani. Punizione esemplare: i soldi e la visione di una delle più mostruose creazioni di Berlusconi. L'arma, cioè la legge, come si capisce, è a doppio taglio: è vero che impedirà ai nostri bimbi di marciare contro il "portfolio delle competenze" (altro nobile paradigma innovatore della sciura Crudelia e della sua riforma), ma allo stesso tempo li si escluderà dalle adunate di Forza Italia, impedendogli la visione dello spirito santo e delle brache di don Gianni. Il che non è bello, forse è troppo. È vero che l'ostacolo si potrebbe aggirare con un po' di lifting a rovescio, come è capitato a quei quattro che sono saliti sul palco del decennale per leggere male alcuni pensierini del capo rivisti da Adornato. Già s'era avvertito il gracidare di Emilio Fede e d'alcuni altri comprimari irritati da una manifestazione a Roma in cui migliaia di adulti e migliaia di genitori accompagnati dai figli si sono raccolti a protestare (come consente la Costituzione) contro la più sbilenca (e classista) delle controriforme. Ma che la Procaccini Rottenmeier, plurideputato, laurea in lettere moderne, persino scrittrice (ma di che?) si levasse dal sedile parlamentare per declamare la sua legge proibizionista è davvero una sorpresa. O forse solo una sorpresa per gli ingenui, che ancora s'augurano che il peggio abbia la sua fine. L'onorevole Procaccini, che già s'era messa in luce con una pessima proposta in materia di psichiatria, firma in questo caso il dna del perfetto maggiordomo più che una norma: ci penso io a sistemare quei monelli, si guardino l'isola dei famosi, tacciano e imparino da piccoli che solo i chirurghi estetici possono toccare il cavaliere, agli altri non è concesso neppur un fischio. Sarebbe un peccato ovviamente che la legge, dopo aver trovato l'autorevole appoggio dell'onorevole Vito, rimanesse al palo, rischiando di non passare alla storia. Sarebbe una legge perfetta ed esemplare per mostrare in che razza di situazione ci siamo cacciati. Ovviamente ce ne sarebbero altre e ci sarebbero infinite notizie utili allo scopo, dai verdetti giudiziari alle deleghe di Maroni. Ma nell'accanimento terapeutico e nel bavaglio ai bambini c'è un tocco sublime che documenta il culto della personalità e il terrore del dissenso che hanno invaso i prostrati sudditi di Forza Italia. Persino i pantaloni corti al bando. Avanti, dunque, signorina Maria Burani Procaccini Rottenmeier: non ci sarà il regime, ma le barzellette di regime, grazie a lei, circolano.

Oreste Pivetta


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