Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità-"Politiche per l'infanzia? Italia in coda"

Unità-"Politiche per l'infanzia? Italia in coda"

ANNA SERAFINILa presidente della "Consulta Gianni Rodari" sulla giornata mondiale per i diritti dei bambini "Politiche per l'infanzia? Italia in coda" Sedici anni fa a New York veniva firmata ...

20/11/2005
Decrease text size Increase text size
l'Unità

ANNA SERAFINILa presidente della "Consulta Gianni Rodari" sulla giornata mondiale per i diritti dei bambini

"Politiche per l'infanzia? Italia in coda"

Sedici anni fa a New York veniva firmata la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia. Si affermava per la prima volta il dovere di agire nel "rispetto dell'interesse supremo del minore". Per ricordarlo oggi tutto il mondo celebra una giornata ad hoc. Ma sulla costruzione di un pianeta a misura di bambino sono ancora in molti a credere che ci sia tanto da fare. Lei è una di loro. Lei è Anna Serafini, presidente della Consulta Ds Infanzia e Adolescenza "Gianni Rodari".
L'Italia, secondo l'ultimo Rapporto Eurispes e Telefono Azzurro, detiene il record negativo in Europa in fatto di lotta alla povertà infantile. Perché?
"Si pensa che le politiche di sostegno alle famiglie non debbano avere questa priorità. È una concezione residuale del Welfare. Non a caso il Paese con la povertà infantile più bassa è la Svezia che ha le politiche per l'infanzia più forti. Anche una recente indagine Unicef dice che nella lista degli Stati meno impegnati in questo ambito noi siamo al secondo posto. Al primo c'è il Messico e al terzo ci sono gli Usa. E il peggio è che non abbiamo fatto delle politiche di contrasto. Per questo la povertà infantile noi l'abbiamo vista aumentare e non diminuire. E poi c'è un altro aspetto negativo: l'Italia ha un tasso di lavoro minorile doppio rispetto all'Europa".
In contrasto con il diritto all'istruzione...
"Sì ed è preoccupante. Perché il lavoro minorile non appartiene solo ad aree economicamente deboli ma anche a Lombardia e Veneto. Ciò significa che si sottovaluta l'importanza dell'istruzione, leva fondamentale dello sviluppo individuale e del Paese. L'Italia ha assecondato questo fenomeno specie con la controriforma Moratti. Un esempio? I contratti di formazione-lavoro sono stati portati a quattro anni ma sono diminuite le ore di formazione: da un terzo fino alla metà se confrontata con gli altri stati europei".
Anche nella "normalità" c'è un disagio visto che per l'Istat, nell'ultimo anno, più di 400mila bambini non hanno mai fatto sport né visto film al cinema...
"La povertà non si manifesta solo nell'assenza di beni ma anche nella mancanza di opportunità per crescere. Non abbiamo politiche che diano a tutti le stesse possibilità di sviluppo. Pensiamo anche ai più piccoli: in Italia frequenta l'asilo nido solo il 7,4% dei bambini mentre in Francia, Germania, Svezia e Danimarca si supera il 50% o il 60%. È grave perché il nido, oltre a sostenere i genitori nella loro funzione, dà al piccolo la possibilità di confrontarsi con i coetanei e superare uno stato di solitudine e di crescita solo con gli adulti. Cosa frequente visto che oggi aumentano le famiglie con un unico figlio. Per questo vogliamo garantire nidi e scuole d'infanzia".
Quali sono le altre proposte?
"Creare un fondo per infanzia e adolescenza e un garante ad hoc; lottare contro la dispersione scolastica; stabilire i livelli essenziali e un osservatorio sulla salute e sul benessere dei minori (l'Italia è l'unico a non averne); fare in modo che nel penale e nel civile i bimbi siano soggetti attivi di diritto; ripristinare un comitato che finanzi piani per rendere le città sostenibili. Credo che, se ci lasceremo guidare dal principio dell'interesse supremo del minore, ridisegneremo in modo serio anche le politiche contro le diseguaglianze. La destra non ha sviluppato azioni sistematiche in materia perché considera i bambini proprietà della famiglia che invece ha bisogno di un appoggio robusto delle politiche pubbliche.


Anche la FLC CGIL aderisce allo sciopero
di tutto il personale dei nostri comparti
per cambiare la manovra di bilancio

APPROFONDISCI