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Unità: Prof e ricercatori occupano «Senza soldi siamo al collasso»

«Con il taglio dei fondi, dal 2010 non ci saranno soldi per pagare gli stipendi di docenti e personale amministrativo». Aula 400, terzo piano, Università Statale di Milano

08/10/2008
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l'Unità

di Giuseppe Vespo / Milano

. L’allarme lo lancia l’assemblea dei ricercatori, alla quale partecipano una cinquantina di persone: pochi docenti, molti ricercatori, studenti dei collettivi e dipendenti dell’amministrazione dell’ateneo. Si va verso la convocazione degli stati generali dell’Università. Ma qui è ancora l’alba sul fronte delle proteste contro i tagli previsti dal piano del governo.

Nel resto d’Italia girano un altro film: rettorati occupati, assemblee permanenti e manifestazioni. La protesta di docenti, ricercatori e studenti, entra nel vivo. A Roma, Napoli, Firenze e Pisa, sono state occupate aule e rettorati. A Genova questa mattina un’assemblea itinerante di tutto il personale dell’Università e degli Enti di ricerca culminerà in una manifestazione davanti alla Prefettura. A Bologna oggi si terrà un’assemblea dei ricercatori. Mentre in mattinata a Roma i precari della ricerca torneranno davanti al ministero dell’Istruzione per protestare contro la norma «ammazza precari», le cui ultime modifiche - sostengono i sindacati - non risolvono i problemi per la stabilizzazione dei tempi determinati nella pubblica amministrazione. Al presidio parteciperanno anche ricercatori e tecnici dell’Istituto Superiore di Sanità.

Il mondo dell’Università e della ricerca che protesta boccia tutto il piano di trasformazione degli atenei messo in piedi dall’esecutivo. Sotto accusa ci sono i tagli previsti al Fondo di finanziamento ordinario delle università e la progressiva trasformazione degli atenei in fondazioni, così come la razionalizzazione, attraverso la riduzione dei finanziamenti, degli Enti di ricerca.

Per questo nel giorno d’inizio dell’anno accademico, gli studenti dell’università Orientale di Napoli hanno «occupato simbolicamente uno dei palazzi dell’ateneo, per protestare contro l’attacco al mondo dell’istruzione. Non si può andare avanti - dicono - facendo finta che niente stia accadendo».

A Firenze sono state occupate la facoltà di Agraria, il polo scientifico di Sesto Fiorentino e la sede universitaria delle Cascine. E venerdì si svolgerà una manifestazione cittadina. Proteste e occupazioni anche a Pisa. Mentre all’università La Sapienza di Roma, dopo l’assemblea nella facoltà di Fisica alla quale hanno preso parte ricercatori, dottorandi e docenti, è stata decisa l’occupazione del rettorato dell’ateneo e gli studenti hanno chiesto al rettore il blocco dell’anno accademico. Da oggi, hanno annunciato gli organizzatori della protesta, molte lezioni saranno trasformate in momenti di dibattito, e si terranno cortei in tutte le facoltà. L’occupazione degli atenei «dimostra la necessità di dare forza alle mobilitazioni» sostiene l’Unione degli studenti, che sta preparando una manifestazione per venerdì. «Ci mobiliteremo - promettono - fin quando il governo non ritirerà queste proposte che distruggono istruzione e formazione».

Sul fronte degli enti di ricerca, invece, dopo le manifestazioni e le assemblee dei giorni scorsi all’Isfol (Istituto per la formazione professionale dei lavoratori), all’Ingv (Geofisica e Vulcanologia) e all’Istituto nazionale di Astrofisica, oggi, in vista dell’incontro fra Brunetta e i reggenti degli enti pubblici di ricerca, il presidente e direttori delle 19 strutture dell’Inaf illustreranno in una lettera aperta ai ministri Tremonti, Brunetta e Gelmini, lo stato di «grave emergenza» che si prospetta per l’astrofisica italiana.

Emergenza o no, la strada indicata dalla Gelmini resta sempre la stessa: la progressiva privatizzazione di scuole, enti e università. A proposito, ieri, intervenendo a un convegno a Roma, il ministro ha invitato le grandi aziende di telecomunicazione a sponsorizzare «i progetti delle scuole e delle Università, piuttosto che le squadre di calcio».