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Unità-QUI USA Diatribe e polemiche, e i gesuiti vietano il crocefisso all'università

QUI USA Diatribe e polemiche, e i gesuiti vietano il crocefisso all'università Babbo Natale a rischio tribunale Bruno Marolo WASHINGTON Nelle scuole americane arriva Babbo Natale, ...

09/12/2004
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l'Unità

QUI USA Diatribe e polemiche, e i gesuiti vietano il crocefisso all'università

Babbo Natale a rischio tribunale

Bruno Marolo

WASHINGTON Nelle scuole americane arriva Babbo Natale, con un sacco pieno di polemiche. Furibonde battaglie legali si scatenano intorno al presepio e all'abete, considerati simboli della religione cristiana "potenzialmente offensivi" per ebrei e musulmani. L'ultima controversia è esplosa nel liceo di Maplewood nel New Jersey. Il preside ha vietato al coro scolastico il Messia di Handel, e perfino alcuni ebrei amanti della musica hanno protestato. Dawn Eden, una editorialista del New York Post, ha commentato: "Sono contenta che siano finiti gli anni in cui mio padre, ebreo, era costretto a cantare con gli altri bambini inni come 'Avanti, soldati di Cristo'. So che il Messia celebrato da Handel non è lo stesso della mia religione, ma non posso fare a meno di commuovermi per la musica". Le autorità scolastiche vogliono evitare di essere coinvolte in costose cause nei tribunali. I laici difendono la separazione tra Stati e Chiese, minacciata dagli integralisti che hanno avuto una parte determinante nella vittoria elettorale di Bush. E così la parola "Natale" è scomparsa dal linguaggio delle istituzioni, sostituita da una espressione considerata politicamente corretta: "La stagione delle vacanze". La Casa Bianca ha adottato da anni questa formula sulle cartoline di auguri del presidente, e neppure un cristiano militante come George Bush ha osato cambiarla.
Nel Kansas, l'Associazione Americana per le Libertà Civili (Aclu) ha denunciato Babbo Natale. Alcune elementari dello stato avevano organizzato una distribuzione di doni. In una classe, il maestro ha domandato quale fosse il significato del Natale. "In quel giorno - ha risposto uno scolaro - si celebra la nascita di Gesù". Il personaggio in costume rosso ha avuto il torto di annuire e aggiungere qualche frase. Il giorno dopo Dick Kurtenbach, direttore della sezione locale dell'Aclu, ha sporto denuncia: "Babbo Natale si è comportato in modo subdolo: ha approfittato del suo accesso ai bambini per predicare una religione". L'anno scorso, l'università dell'Indiana era stata costretta a rimuovere l'albero di Natale dall'atrio. Una professoressa aveva organizzato la protesta degli studenti: "L'università - aveva scritto al rettore - deve essere di tutti, e non soltanto dei fedeli di una religione". Quest'anno invece dell'albero è stato allestito un generico "paesaggio invernale". A questa linea si attengono alcune prestigiose scuole cattoliche. L'università privata di Georgetown, diretta dai gesuiti, ha bandito da diversi anni il crocefisso dalle aule.
In questo clima arroventato, all'albero di Natale è appesa la dinamite. La Corte Suprema ha stabilito da anni che nelle scuole pubbliche simboli religiosi come il presepio possono essere esposti soltanto "in un contesto culturale": per esempio, in una mostra sulle credenze dei diversi popoli. Gli studenti possono professare qualunque fede, ma gli insegnanti, in quanto dipendenti pubblici, devono astenersi. Ma sotto l'amministrazione Bush alcune organizzazioni cristiane hanno dato battaglia. La causa pilota è stata promossa da Andrea Skoros, madre di due alunni di una scuola di New York. Anni fa la scuola aveva esposto il simbolo ebraico della "menorah" e la mezzaluna musulmana in una mostra ma non aveva incluso la croce. Per reazione si è sviluppato un movimento che vuole imporre il presepio: il simbolo cristiano della pace diventa il segno della discordia.