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Unità: Referendum, no alla devolution di sindacati e Unione

Un no deciso a «una riforma incoerente e squilibrata che produce danno al Paese».

13/05/2006
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l'Unità

Un no deciso a «una riforma incoerente e squilibrata che produce danno al Paese». Lo dicono l´Unione, i sindacati, la Confederazione italiana agricoltori. E poi ancora cittadini, associazioni culturali e politiche, movimento che hanno aderito al Coordinamento nazionale delle iniziative per la difesa della Costituzione di cui è presidente il senatore a vita (ed ex capo dello Stato) Oscar Luigi Scalfaro.
Così il premier in pectore Romano Prodi, dopo l´incontro di giovedì sera con Scalfaro, torna a parlare del referendum sulla "devolution" del 25 e 26 giugno. «La Carta Costituzionale è dei cittadini. Per questo abbiamo voluto che a chiedere il referendum fossero prima di tutto loro, con le loro firme. Ne servivano cinquecentomila ma io ho avuto l'onore di poter dire che quelle che avevamo raccolto erano oltre ottocentomila. Ora dobbiamo mobilitare tutti coloro, e sono tanti, che hanno a cuore l'unità dell'Italia» dice Prodi venerdì mattina.
Sulla stessa linea i sindacati. «Abbiamo proposto, insieme con la Cgil e la Uil, di portare avanti, insieme, l'iniziativa contro la devoluzione - ha sottolineato il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni - e a giorni dovremo perfezionare come far procedere questa iniziativa forte da parte del sindacato».
Anche la Cia (Conferderazione italiana agricoltori) si è schierata apertamente per il no alla devolution:. «La riforma delinea un falso federalismo e non c'è un'idea solidale dell'Italia che mette in pericolo la stessa unità nazionale» In particolare gli agricoltori lamentano la diminuzione del livello dei servizi e dei diritti sociali e, soprattutto, il distacco tra le grandi aree del Paese
Massimo impegno, dunque, per tutti per promuovere la più ampia informazione possibile sulle ragioni del no alla riforma. Un impegno reso ancora più gravoso dalla scarsità delle risorse finanziarie e dei mezzi di informazione a disposizione delle forze impegnate a «salvare» la Costituzione. Anche per questo ci si affiderà al rapporto diretto con i cittadini. In agenda ci sono già alcuni appuntamenti. Il primo sabato, a Palermo, con Rita Borsellino. Il secondo a Firenze il 1 giugno.