Iscriviti alla FLC CGIL

Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa nazionale » Unità: Riforma Gelmini: un mostro e quattro topolini

Unità: Riforma Gelmini: un mostro e quattro topolini

Franco Frabboni

14/09/2008
Decrease text size Increase text size
l'Unità

In questi mesi estivi, le interviste del ministro dell’Istruzione hanno inondato i mass-media. Con veemenza narcisistica, la Gelmini ha coinvolto il mondo della scuola in una sorta di referendum - un sì o un no - su questa bandiera/proclama posta sulla sua montagna riformistica.

«Questa nostra scuola spendacciona dovrà finalmente risparmiare. Le casse vuote dello Stato, lo reclamano». Ci permettiamo di aggiungere che a farle tirare dolorasemte la cinghia saranno quattro topolini e un mostro: Meritocrazia, Grembiule, Voti in cifre, Cinque in condotta (i topolini); Maestro unico (il mostro).

Non occorre la sfera di cristallo per capire dove mirano le mosse ideologiche (senz’anima pedagogica: indifferenti alla mente e al cuore della persona) di una ministra travestita da Pinocchio che confessa il suo amore-per-la-scuola al punto che il naso le si allunga all’infinito. Un amore bugiardo. Perché le chiede in contropartita - oltre a una pesante cura dimagrante - di fungere da apparato ideologico (Althusser è vivo in lei!) della Destra al Governo. E la scuola è un’eccellente palestra per manipolare le menti e per introdurre competitività e individualismo.

Dunque, la Gelmini chiede agli inquilini della sua montagna, sia di rubare alla scuola i suoi gioielli più prestigiosi, sia di imporle robuste catene. Andiamo con ordine.

1. La Meritocrazia. È il primo topolino sbucato dall’anfratto più oscuro della montagna. Una duplice domanda. Quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? Il diritto di tutti all’istruzione. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? La selezione.

La Meritocrazia trasforma la scuola in un ascensore sociale dotato di pulsanti d’uscita per ciascun piano del suo edificio formativo. L’ultimo piano (l’attico) è destinato ai più meritevoli: la futura classe dirigente del Paese.

2. Il Grembiule. È il topolino/Amarcord del ministro che rammenta come ai suoi tempi la divisa fosse il simbolo dell’ordine, della disciplina, della deferenza. Una duplice domanda. Quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? La diversità. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? Il conformismo.

Il Grembiule è simbolo di scolaresche plastificate: identiche, anonime, prive di segni identitari. Un conformismo che è caro al Mercato (il consenso di massa assicura il profitto) e al Mediatico (l’alto indice di ascolto premia l’offerta Tv che non fa pensare).

3. I Voti in cifre. È il Topolino uscito senza preavviso dal cappello a cilindro del ministro. Una duplice domanda. Quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? Le intelligenze multiple. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? I saperi/verità.

I voti in cifre documentano - sotto la dubbia veste dell’oggettività - soltanto punteggi freddi, impersonali. Ma dietro ad un 7 o a un 4 che cosa c’è? Poco più del nulla. Sicuramente, nessuna valorizzazione dell’allievo/scout: pieno di domande, di perché, di dubbi. E perché no: di dissensi!

4. Il Cinque in condotta. È il Topolino più amato dal ministro. Una duplice domanda. Quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? La cooperazione e la solidarietà. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? La gerarchia e il consenso.

Non si può incitare il docente - come fa il ministro - a bocciare gli scolari indisciplinati quando la classe tendenzialmente li ingessa nei banchi. Quando non lascia in vita le domande “segrete” che turbano il loro cuore. Quando l’oralità spontanea e creativa viene condannata come codice trasgressivo.

5. Il Maestro unico. Siamo al cospetto del Mostro blandito dal ministro. Dispone di un’enorme forza distruttiva nei confronti del Tempo-pieno e della Scuola-dei-moduli. Una duplice domanda. Quale gioiello ruba alla scuola, impoverendola? Il pluralismo delle idee. Quale catena impone alla scuola, snaturandola? Lo svuotamento del corpo docente.

Costringere la nostra scuola primaria (premiata come la più bella del vecchio Continente) nella notte del maestro/unico significa retrocederla in una “scuoletta” che si nutre di conoscenze parcellizzate (da memorizzare e ripetere fedelmente) e di saperi assiomatici che non permettono al discente nessun consumo critico.

Di più. Il ministro sta per “tagliare” nella scuola primaria quasi centomila docenti! Una cura dimagrante che avrà ripercussioni devastanti sul Tempo-pieno. Privato della dirimpettaia Scuola-dei-moduli, il full-time diventerà il “ghetto” di accoglienza dell’utenza povera: extracomunitaria e disabile.