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Unità-Roma-La polizia nel liceo occupato

La polizia nel liceo occupato Gli studenti: il preside autoritario ha negato l'aula per l'assemblea La chiamata al 113, accusa di danneggiamento per gli occupanti Angela Camuso Il fa...

23/11/2004
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l'Unità

La polizia nel liceo occupato

Gli studenti: il preside autoritario ha negato l'aula per l'assemblea
La chiamata al 113, accusa di danneggiamento per gli occupanti

Angela Camuso

Il famoso "Manara" occupato e sgomberato dalle "guardie" è stato davvero un campo di battaglia ? È stato o no danneggiato e sporcato? Soprattutto, che cosa significa che per risolvere il conflitto tra queste decine di adolescenti a detta di preside "vandali" e lo stesso preside accusato di autoritarismo dai suoi studenti la Questura abbia inviato una nutrita schiera di agenti in tenuta antisommossa?
Fino al tardo pomeriggio di ieri erano 34 i minorenni alunni di questo liceo classico con sede in via Basilio Bricci, a Monteverde (con loro un altro ragazzino estraneo alla scuola) ad essere stati identificati dalla polizia a sgombero fatto. I ragazzi, in fermento a loro dire contro la riforma Moratti, sicuramente in rottura con il capo d'istituto, considerato "autoritario", "illiberale", "bigotto", "chiuso al dialogo", avevano deciso in mattinata per un'autogestione improvvisata della scuola dopo aver seguito regolarmente la prima ora di lezione, e questo appunto perchè il preside avrebbe negato loro l'utilizzo dell'aula Magna nella quale poter svolgere un'assemblea d'istituto. Erano circa le 13 quando un gruppetto di studenti ha iniziato a occupare il liceo, dopo aver lasciato uscire dall'istituto i meno battaglieri della scolaresca.
Poco tempo dopo è arrivata la chiamata al 113 da parte del preside, che segnalava appunto i presunti danneggiamenti. Sono trascorse ore di trattative condotte dal dirigente del commissariato di zona, ma le posizioni inamovibili degli studenti decisi a continuare a oltranza l'occupazione ha fatto sì che la Questura arrivasse a decidere di usare la forza. "Andatevene via, abbiamo il diritto di protestare perché nessuno ci ascolta". "Via la polizia, hanno solo 15 anni, lasciateli andare", hanno iniziato a urlare il centinaio di ragazzi rimasti fuori dalla scuola, e insieme a loro ha gridato anche qualche genitore accorso alla notizia. Oltre il cancello almeno trenta-trenta cinque poliziotti del reparto mobile, intanto, si apprestavano a sfondare le inutili barricate di banchi accatastati: detto, fatto. Sgomberata la scuola dagli "irriducibili" ( all'inizio dell'occupazione nell'istituto si contavano una sessantina di ragazzi) il bilancio della polizia sarà di scritte murali per le scale, macchinette del caffè frantumate, una porta a vetri divelta, aule messe a soqquadro: non si esclude che i 35 identificati, tutti dall'età compresa tra i 15 e i 17 anni, vengano denunciati all'autorità giudiziaria per danneggiamenti. "Sono stati i poliziotti a sfondare i vetri! Lo hanno fatto per entrare e farci sgomberare. Nei nostri confronti hanno usato maniere tutt'altro che gentili" è invece la versione che arriva da uno dei giovani protagonisti degli scontri.
Salvatore Bonadonna, capogruppo di Rifondazione alla Regione, avvertito dai Giovani Comunisti è arrivato sul posto nel momento più caldo della giornata. Ha detto ai cronisti di aver più volte e invano chiesto di parlare con il responsabile delle squadre di poliziotti sul posto, e questo dopo aver ascoltato i racconti di piccole violenze gratuite e maltrattamenti che i ragazzi avrebbero subito durante lo sgombero. Bonadonna parla di "antenne delle ricetrasmittenti in bocca", "colpi di casco", "schiaffi" e "strattoni", dice anche di aver sentito dai ragazzi che "le scritte ai muri erano precedenti l'occupazione". Per non parlare degli altri danneggiamenti, a dire degli alunni "inesistenti".
Tant'è. La Questura ha inviato sul posto la polizia scientifica per quantificare i danni, giudicati dal preside "ingenti". Erano ormai le otto di sera quando gli agenti hanno fotografato l'ultimo angolo della scuola occupata: dentro l'istituto, a quell'ora, c'erano ancora cinque o sei ragazzini sprovvisti di documenti che hanno dovuto attendere l'arrivo dei genitori.
Angela Camuso