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Unità: scuola araba: ma solo con 85 alunni

Nel frattempo alcuni genitori hanno mandato i figli a studiare in Egitto dai parenti, dividendo la famiglia

07/11/2006
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l'Unità

Dopo tre settimane di chiusura forzata, in via ventura a Milano la prima scuola italo-araba ha ripreso regolarmente a funzionare. Alle due del pomeriggio suona la campanella e gli studenti escono sorridenti nel cortile: raccontano della lezione di italiano, di arabo e di matematica, si dicono contenti di aver ritrovato i compagni di scuola. Eppure, su 130 iscritti, solo 85 si sono ripresentati ieri alla scuola milanese: «Nel frattempo alcuni genitori hanno mandato i figli a studiare in Egitto dai parenti, dividendo la famiglia - spiega la preside Lidia Acerboni - è questo l’effetto peggiore provocato da questa vicenda». Ora, comunque, le carte in regola ci sono tutte e si riparte: «Questa è una settimana di stabilizzazione - continua la direttrice dell’istituto - dobbiamo recuperare le settimane di lezione perse e proseguire nel nostro progetto, che ha come obiettivo primario l’integrazione». Un concetto che sfugge ancora al mondo politico di centrodestra. Ieri mattina una ventina di leghisti ha organizzato un presidio di protesta davanti alla scuola al grido di «invasione islamica, c’è chi dice no». Su posizioni opposte il ministro delle politiche giovanili, Giovanna Melandri: «Dobbiamo rallegrarci, in questo Paese non dobbiamo avere timore quando delle scuole vengono aperte, semmai il contrario».