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Unità: Scuola, è rivolta contro i tagli

I sindacati protestano contro la Finanziaria: ridotte le classi, 19mila posti a rischio Il governo: timori infondati. Ma anche nell’Unione è allarme: più soldi all’istruzione

17/10/2006
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l'Unità

di Massimo Franchi / Roma

Un’altra giornata di passione per il mondo della scuola. Poche ore separano la divulgazione di una tabella di Tuttoscuola sulle conseguenze dei tagli della Finanziaria e l’annuncio di un emendamento per aumentare gli stanziamenti per le scuole parificate.
Il tutto mette in subbuglio sindacati e sinistra che gridano allo scandalo, mentre il governo cerca di spiegare che le cose stanno ben diversamente, ricordando i 150 mila precari immessi in ruolo. Tuttoscuola, rivista mensile che da 30 anni è specializzata in materia, arriva a quantificare i tagli previsti dalla prima legge di bilancio dell’Unione in 50 mila persone da qui al 2010 di cui 35 mila docenti già nel 2007.
In realtà le cifre sono inferiori, ma comunque preoccupanti.
TAGLI SÌ, TAGLI NO Come riportiamo nella tabella il previsto innalzamento del rapporto tra alunni e docenti provoca una diminuzione di 7682 classi e quindi 19 mila docenti in meno rispetto ad oggi. A questo «risparmio» Tuttoscuola aggiunge poi tutta un’altra
serie di voci che invece non andrebbero sommate. Come «l’abbattimento delle ripetenze alle medie» con 1455 docenti «risparmiati» ma «finalizzata a razionalizzare i processi di attribuzione del sostegno agli alunni diversamente abili». Poi gli 8 mila insegnanti di inglese che in realtà sono supplenti, i 4617 docenti inidonei che non verranno tagliati ma spostati nella pubblica amministrazione e i 2656 derivanti dalla riduzione delle ore (da 40 a 36) di insegnamento negli istituti professionali. Su queste voci il vice ministro Mariangela Bastico ha buon gioco a parlare di «dati del tutto infondati perché sommare mele con pere costituisce un errore macroscopico, particolarmente grave quando si riferisce alla scuola, cioè a ragazzi, famiglie, insegnanti e dirigenti, Ata e precari che attendono l'assunzione in ruolo». Vero è però che da tutte queste voci (più «verifica assenze», «razionalizzazione agenzia Autonomia» e «procedure concorsuali») in Finanziaria si prevede di risparmiare 448 milioni per il 2007 e 1 miliardo 324 milioni nel 2008. Più della metà di questi soldi (262 milioni per il 2007 e 787 per il 2008) derivano comunque dal solo innalzamento del rapporto docenti-alunni per classe. Sempre nella relazione tecnica della Finanziaria si prevede anche le immissioni in ruolo di 150 mila docenti precari (50 mila l’anno fino al 2009) che, secondo il ministero dell’Economia, «non determina incrementi di spesa» perché il personale sostituirà insegnanti che vanno in pensione (29 mila nel 2006, 23 mila nel 2007 e 2008, 26 mila nel 2009). In teoria dunque le immissioni in ruolo sono superiori alle «cessazioni del servizio» per pensionamento.
Rimangono però le 7682 classi «risparmiate» per un totale di 19 mila docenti. «Ma questi numeri - sostiene il vice ministro Bastico - sono solo un calcolo matematico, la realtà è un’altra. Il taglio è di posti in organico, non di persone. Non ci sarà nessun insegnante in meno, anzi alla fine dei conti potrebbe esserci anche qualche docente in più. Per il viceministro infatti «bisogna tenere conto di tre scelte strategiche contenute nella finanziaria: l'innalzamento dell'obbligo d’istruzione a 16 anni (che già possiamo dire innalzerà del 4 per cento gli studenti delle secondarie), dell'avvio sperimentale delle sezioni primavera per i bambini dai 2 ai 3 anni (che dovrebbe produrre almeno mille sezioni in tutt’Italia per duemila docenti) e l'educazione degli adulti, che determinano un aumento degli alunni e di conseguenza degli organici».
Parole che non riescono comunque a fermare le reazioni di sindacati, sinistra e opposizione. «I tagli sono inaccettabili - afferma il segretario generale della Uil scuola, Massimo Di Menna -. Anziché confrontarsi nel merito dei problemi, attivare un confronto proficuo e sereno si pensa di intervenire meccanicamente. È sempre la stessa storia, i tecnici del ministero dell'Economia pensano di ridurre la spesa pubblica tagliando sul personale della scuola e su un settore che invece ha bisogno di investimenti». Di Menna annuncia quindi che «se non ci saranno cambiamenti, prima che il testo vada al Senato, il sindacato attiverà forme di mobilitazione del personale della scuola». Mauro Fabris, capogruppo dell'Udeur alla Camera, rileva che «è urgente trovare risorse per la scuola, perché il nostro sistema ha bisogno di assorbire i precari e non di tagliare posti». Per Enrico Boselli, segretario dello Sdi, «si può ragionare su come spendere di più per la scuola, non di meno». Netta la presa di posizione dei capigruppo di Prc Migliore e Russo Spena: «Siamo convinti che il dibattito parlamentare dovrà modificare nella finanziaria l'entità dei tagli previsti alla scuola».
Anche l’opposione protesta e con il senatore di An Valditara chiede al ministro Fioroni di «dare immediatamente una spiegazione convincente oppure di dimettersi. Siamo stanchi delle solite menzogne». A difendere la posizione del governo rimane Antonio Rusconi, responsabile scuola della Margherita. «La scuola è al centro delle politiche del nostro governo e i precari, al contrario di quanto è accaduto con il centrodestra, verranno finalmente tutti stabilizzati», ha aggiunto Rusconi, concludendo che «invece di parlare di menzogne, il senatore Valditara farebbe bene a studiare con maggiore attenzione il testo della Finanziaria e prendere visione dei numeri del turn over tramite i quali entreranno in ruolo i 150 mila precari storici».