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Unità: Scuola, il decreto «salva precari» lascia fuori 13mila lavoratori

«Dalle parole del ministro non risulta chiaro chi siano i destinatari del provvedimento. Preoccupante il silenzio sul personale Ata». È l’allarme di Mimmo Pantaleo della Flc Cgil sul provvedimento adottato ieri.

10/09/2009
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l'Unità

Contratti di disponibilità. I docenti precari rimasti senza lavoro e stipendio non fermano le occupazioni e i presidi in tutt’Italia. Dopo le proteste sui tetti e il presidio anche notturno sotto l’Istruzione, il governo ha varato in consiglio dei ministri la norma che consente di tutelare gli insegnanti precari. Il provvedimento, che è inserito nel decreto legge Ronchi (che in realtà riguarda l’ambiente) interesserà però circa 12 mila docenti che fino allo scorso anno hanno avuto supplenze annuali. I precari diventati «invisibili» sono invece oltre 25mila. Ben 13mila persone quindi restano all’asciutto di tutto. In particolare tra gli aiuti ai precari non vengono menzionati gli Ata: bidelli e personale scolastico di segreteria. Ma il ministro Gelmini questo non lo dice, lo nasconde. Preferisce dire che la Finanziaria «prevedeva un taglio di 43.000 Posti. Di questi 30.000 si sono liberati attraverso i pensionamenti. Restano 12-13.000 insegnanti che hanno il diritto all’indennità di disoccupazione». Senza però diffondere il testo dell’intesa raggiunta a Palazzo Chigi.
LA VIA «PREFERENZIALE» Conquesto provvedimento questi insegnanti potranno avere, secondo la versione del ministro, una via preferenziale per rimanere all’interno della scuola, attraverso le supplenze brevi, e potranno essere coinvolti in progetti educativi: contro la dispersione scolastica, il sostegno ai soggetti più deboli, o per l’orientamento. Secondoil ministro Gelmini con questa norma, inserita in un decreto legge e quindi immediatamente efficace, «il governo ha mantenuto un impegno preciso e importante che anche i sindacati aspettavano con ansia». Ora si procederà con accordi con le Regioni, le quali hanno già preso posizione: «No ad accordi bilaterali tra singoli governatori e il ministero dell’Istruzione sui temi della scuola e i precari». Il riferimento è all’intesa raggiunta nei giorni scorsi con la Lombardia di Formigoni.
I sindacati che chiedono un piano per le immissioni in ruolo, si dicono soddisfatti a metà. Più agguerrita fra tutte è la Flc-Cgil. «Il governo non ha accolto nessuna delle richieste sindacali - ha detto Mimmo Pantaleo - La proposta dei contratti di disponibilità resta fumosa, insufficiente e iniqua. Dalle parole del minsitro non risulta chiaro chi siano i destinatari del provvedimento. Preoccupante il silenzio sul personale Ata». Anche i Comitati inseganti precari ribadiscono la loro contrarietà ai contratti di disponibilità: «Non risolvono l’emergenza, sono solo un palliativo con un parziale mantenimento del reddito». I docenti in presidio sotto il ministero dell’Istruzione lo gridono forte nei megafoni: «Restano fuori dal provvedimento del governo i docenti che hanno avuto incarichi dai presidi e non con l'assegnazione annuale, e tutti coloro che hanno maturato un anno di servizio tra diverse scuole insegnando materie diverse».v