Unità: Scuola, la Lega vuole i test di dialetto per docenti Scontro nella maggioranza
La Lega vuole l’esame di dialetto per i prof. Scontro nella maggioranza, e la riforma si blocca. I titoli di studio passerebbero in secondo piano. E a Pordenone un’ordinanza vieta di sostare in centro persino a due persone.
LAURA MATTEUCCIUltimissime dalla Lega. Nella riforma della scuola ora all’esame della commissione Cultura della Camera, il Carroccio ci riprova e vorrebbe fosse inserito un bel test di dialetto per i professori. Testuale dalla proposta leghista, già formulata in altre occasioni: gli insegnanti dovranno superare un «test dal quale emerga la loro conoscenza della storia, delle tradizioni e del dialetto della regione in cui intendono insegnare». Stop dunque alla selezione basata sui titoli di studio. Ma il presidente della commissione, Valentina Aprea (Pdl), dice no e investe della questione la conferenza dei capigruppo di Montecitorio. La Lega però si oppone. E la riforma si blocca. Paola Goisis, deputata della Lega che ha presentato la richiesta, sostiene che «su questo insisteremo fino alla fine: ci dovrà essere un albo regionale aperto a tutti, «ma prima dovrà essere fatta una pre-selezione che attesti la valorizzazione del territorio da parte dell’insegnante», o meglio «il loro livello di conoscenza della storia, della cultura, delle tradizioni e della lingua della regione in cui vogliono insegnare». I titoli di studio, quindi, passeranno decisamente in secondo piano. «Non garantiscono un’omogeneità di fondo - sostiene Goisis - e spesso risultano comprati». Di più: «Puntiamo all’uguaglianza tra professori del Nord e del Sud - continua Goisis - Non è possibile che la maggior parte di chi insegna al nord sia meridionale». Il capogruppo Pd in commissione Cultura Manuela Ghizzoni contesta il centrodestra: «Stupisce la profonda spaccatura - sottolinea - L’istruzione è un tema troppo serio e non può divenire oggetto di pericolose incursioni ideologiche dal sapore nordista».
È già «legge», invece, sotto forma di ordinanza firmata dal sindaco Sergio Bolzonello, il divieto di fermarsi anche solo in due per strada nel centro di Pordenone. Stando alle proteste di qualcuno, gruppi di giovani sosterebbero in centro bevendo, imbrattando muri, strade e marciapiedi, urlando e infastidendo i passanti. Vietato anche il consumo di alcolici in luoghi pubblici. Con tanto di multe da 25 a 500 euro.