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Unità-Scuola Moratti Caos d'Autunno

Scuola Moratti Caos d'Autunno Alba Sasso "Non è successo niente Lucarié", niente. Così una splendida Regina Bianchi, nel dramma di Eduardo de Filippo - poteva consentire a Luca Cupiello...

22/08/2004
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l'Unità

Scuola Moratti Caos d'Autunno

Alba Sasso

"Non è successo niente Lucarié", niente. Così una splendida Regina Bianchi, nel dramma di Eduardo de Filippo - poteva consentire a Luca Cupiello di non aprire gli occhi sulla tragedia della sua famiglia: distrutta e senza prospettive di futuro.
Mi torna in mente il suono di questa frase, a leggere le rassicurazioni del ministero e di alcuni dirigenti dei Csa di tutta Italia: tutto regolare.
La scuola si aprirà con le nomine fatte e gli insegnanti al loro posto. Non è successo niente. Nonostante i provveditorati nel caos, i precari in attesa per ore tra caldo, rabbia e sgomento. Nonostante le graduatorie con errori macroscopici, i tempi minimi per la verifica dei punteggi, i ventimila, per ora, ricorsi in tutt'Italia. Altro che screzi tra docenti, come racconta il Resto del Carlino! Una vera e propria emergenza. Ma il Ministro rassicura. Tace, però, sulla richiesta di dilazionare i tempi per permettere agli uffici, oberati di lavoro, di rivedere con calma punteggi e conseguentemente la posizione di tutti i docenti nelle graduatorie. E non si assume responsabilità rispetto all'insana pretesa di stabilire per legge la tabella di valutazione dei titoli, e all'incapacità del gestore della rete informatica ministeriale di elaborare correttamente le graduatorie.
Davvero finiscono miseramente le dichiarazioni di efficienza brandite sin dal luglio 2001, vere e proprie dichiarazioni di guerra contro tutto quanto era stato fatto dai governi precedenti. Da ora in poi - diceva il Ministro e ripeteva il suo staff - la scuola si aprirà regolarmente con tutti gli insegnanti al loro posto.
E da quel luglio 2001 un vero e proprio calvario per i tanti docenti precari, colpevoli solo di aver scelto questo lavoro come prospettiva di vita.
Non è successo niente, Ministro, se ormai da tre anni si susseguono norme, leggi, decreti che non fanno che creare confusione, mettere in contraddizione i diritti degli uni e quelli degli altri, appesantire il lavoro degli uffici? Non è successo niente se solo quest'anno il governo si è deciso ad autorizzare le immissioni in ruolo, appena quindicimila nonostante i centomila posti vacanti? Non è successo niente se migliaia di persone, e tante in servizio da molti anni, passano l'estate in attesa di sapere se il prossimo anno lavoreranno ancora o no? Non è successo niente se tante famiglie sono ormai alla disperazione?
Nel recente convegno dell'associazione "Treelle" è stata riproposta una vecchia ricetta per risolvere i problemi della scuola. I docenti sono troppi, costano troppo, meglio ridurne il numero. Strano però che in questi ultimi tre anni il numero dei docenti sia cresciuto, così come quello degli studenti. Segno che i posti ci sono e di insegnanti c'è bisogno. Ma è cresciuto solo il numero degli insegnanti precari. Quelli su cui lo Stato risparmia, perché non li paga d'estate.
E allora la ricetta diventa più drammaticamente chiara: meno insegnanti stabili che costano troppo. Non importa se una precarietà diffusa produce caduta di motivazione, nell'impossibilità di progettare vita e lavoro. Non importa se in questo modo ne va della continuità didattica, della qualità della scuola pubblica. È la moderna legge del mercato.
Dietro l'angolo, o meglio già nelle commissioni parlamentari il passo ulteriore: un disegno di legge e il decreto attuativo dell'art.5 della legge Moratti che prevedono la chiamata diretta degli insegnanti da parte delle scuole. Discrezionale e sicura. Basta con la confusione delle graduatorie dichiara il sen. Asciutti. E basta, ça va sans dire, con la libertà d'insegnamento.
Eppure Ministro, anzi Ministri presenti e futuri, senza affrontare seriamente la questione dei docenti, delle loro condizioni di lavoro, della valorizzazione del loro ruolo sociale prima ancora che professionale, questioni che si riflettono immediatamente in qualità di insegnamento e in qualità dell'apprendimento delle giovani generazioni, insomma in qualità del sistema, e senza voler investire nella scuola pubblica e nei suoi insegnanti nessuna riforma potrà mai camminare. Pensiamoci.
parlamentare Ds