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Unità: Scuola, Penati in Lombardia soldi pubblici per i ricchi

Scuole paritarie in Lombardia, il candidato per il centrosinistra Penati all’attacco di Formigoni: 50 milioni di contributi regionali all’anno, mentre nelle scuole pubbliche manca persino la carta igienica

19/02/2010
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l'Unità

Laura Matteucci

«Non si tratta affatto di libertà di scelta tra pubblico e privato. Ma di fare un’operazione che sostiene chi è già ricco, restituendo un pezzo della fiscalità generale proprio a chi ne ha meno bisogno». Filippo Penati, candidato per il centrosinistra in Lombardia, parla dell’annoso tema dei finanziamenti regionali alle scuole paritarie, in Lombardia particolarmente appoggiate (e quindi diffuse) dalla giunta Formigoni. Per le «private» la Regione stanzia 50 milioni l’anno, con un contributo alle famiglie di 1.050 euro: in pratica il 60% delle famiglie con figli alle scuole paritarie riceve il contributo regionale, pur avendo redditi compresi tra i 47mila e i 198mila euro annui (peraltro per fare domanda basta l’autocertificazione). «Per loro si tratta di una mancia - dice Penati - mentre nelle scuole pubbliche manca pure la carta igienica».

NIENTE A CHI HA BISOGNO A fronte di rette che viaggiano sugli 8-9-10mila euro annui, in effetti il contributo di mille non sembra dirimente (semmai, questione di leggi economiche, fa lievitare il prezzo e rende queste scuole ancor più irraggiungibili alla gente comune), ma si inserisce a pieno titolo nel canale dei favori al privato e della demagogia politica. Ma c’è anche di peggio: nella stragrande maggioranza dei casi, le scuole paritarie non accettano studenti disabili (nelle private solo l’1% dei ragazzi è disabile), e anche gli stranieri sono quasi inesistenti. Scuole per wasp all’italiana, insomma (l’americano white anglosaxon protestant). «È evidente - riprende il candidato alla Regione - che chi riceve soldi pubblici deve concorrere alla realizzazione del bene comune, non può in alcun modo mettere in atto operazioni discriminatorie com’è questa». Contando anche che nel pubblico sono stati tagliati i fondi per gli insegnanti di sostegno ai disabili, «vorrei capire che ne è del diritto allo studio per questi ragazzi», aggiunge Penati. Un fatto è certo: in Lombardia almeno, i soldi non mancano. Con 50 milioni l’anno si potrebbero sostenere di più le famiglie che hanno davvero bisogno: «Ma bisogna mettere al centro le condizioni della famiglia, non la scelta tutta ideologica tra pubblico e privato. Se sarò presidente - dice sempre Penati - la Regione non darà quattrini a chi rifiuta di accogliere ragazzi disabili». In tutto questo, e nonostante la crisi, quest’anno i Comuni lombardi avranno 44 milioni di euro in meno per le politiche sociali. Per il 2010 la Regione ha deciso di trattenere e non erogare ai Comuni il 47% del Fondo nazionale per le politiche sociali, che ammonta a 73 milioni di euro. «La scelta di Formigoni - afferma Penati - è quella di centralizzare ancora più le risorse destinate alla gestione delle politiche sociali». «I Comuni- continua Penati- si troveranno ad avere 44 milioni di euro in meno rispetto al 2009 per i buoni sociali, le politiche giovanili, il contrasto alla droga, il trasporto sociale, i servizi di accoglienza diurni e notturni, il sostegno per il pagamento dell’affitto e delle utenze e per l’integrazione dei cittadini stranieri. In compenso con le risorse sottratte ai Comuni la Regione finanzia il buono famiglia, per il 2009 e il 2010».