Unità: Scuola, precari in rivolta contro i tagli della Gelmini
Da Sud a Nord esplodono le proteste dei precari della scuola davanti agli ex provveditorati. A Milano docenti in catene, a Roma in mutande, a Benevento sul tetto. 25mila posti di lavoro in meno: ecco la «rivoluzione» Gelmini.
GIUSEPPE VESPO
Occupazioni negli ex provveditorati, sit-in di protesta, insegnanti che sfilano in mutande, si arrampicano sui tetti o s’incatenano.
Eccola la «rivoluzione» della scuola targata Gelmini. Come primo effetto ha dato il via alla carica dei diciottomila, tanti sono gli insegnanti precari che non saliranno in cattedra quest’anno, ai quali vanno aggiunti i circa settemila Ata (personale tecnico e amministrativo) che non verranno riconfermati.
Le stime sono dei sindacati. La rabbia è di chi un anno fa, oggi, veniva chiamato per il primo giorno di scuola. Così puntuali, al posto dei contratti a termine, sono partite le proteste. Da Sud a Nord, seguendo l’ordine dei tagli all’Istruzione operato dalla scure governativa.
SUD
Ieri a Catania il coordinamento precari ha occupato l’ufficio scolastico provinciale (Usp, ex provveditorato) e ha fatto appello ai cittadini «perchè solidarizzino con la lotta a difesa della scuola pubblica, la scuola di tutti». Stesso invito e stesse scene a Messina, dove si presidia l’Usp. Mentre a Palermo l’ex provveditorato è occupato da due giorni, con alcuni insegnanti in sciopero della fame. Nell’isola - dove secondo la Uil sarebbero 3.600 i docenti precari non riconfermati - «siamo al caos più totale - ha commentato il segretario della Cisl siciliana, Maurizio Bernava - Temiamo che le proteste possano degenerare».
A Benevento continua la protesta delle sei precarie salite cinque giorni fa sul tetto dell’Usp. Sotto al sole per dar voce ai 500 precari a spasso nella provincia beneventana, ottomila in tutta la Campania, sempre secondo stime sindacali. «Ci dicono di non mollare, di andare avanti», dice una delle sei, Daniela Basile, che non nasconde però la tristezza: «Questo avrebbe dovuto essere il nostro primo giorno di scuola». Ieri Daniela ha incontrato il sottosegretario al Lavoro, Pasquale Viespoli, cha le ha comunicato come «governo e regione Campania sono impegnati alla definizione di un’intesa per individuare iniziative e risorse utili a dare una prima concreta risposta alla questione dei precari».
A Napoli, dopo l’occupazione dell’ex provveditorato di lunedì e nonostante la tensione creata dalle proteste, l’ufficio scolastico ha continuato a lavorare. I manifestanti hanno provato a forzare il cordone dei poliziotti all’ingresso dell’Ufficio scolastico e una donna si è sentita male.
Mentre a Roma cinque insegnanti in attesa di una cattedra si sono spogliati e sono rimasti in mutande davanti il liceo Newton, una delle otto scuole individuate per assegnare le cattedre disponibili, per protestare - hanno spiegato - contro il loro stato di precarietà in quanto da anni non sono stati ancora messi in ruolo.
A NORD
A Torino, dove il taglio dovrebbe interessare 1.800 insegnanti e seicento impiegati tecnico amministrativi, i sindacati della scuola aderenti a Cgil, Cisl e Uil, hanno presidiato l’uffico scolastico regionale.
Proteste anche a Milano, dove sono state presentate 18mila domande per cinquemila posti disponibili nella provincia. Da ieri mattina gli insegnanti aderenti al coordinamento “lavoratori della scuola 3 ottobre” si sono incatenati davanti l’ex provveditorato. Tende, fornelli da campo e la solidarietà dei colleghi di ruolo, serviranno per andare avanti ad oltranza, promettono. «Il governo - dicono ironicamente - mantiene le promesse: il nuovo anno scolastico si apre con 43mila cattedre in meno in tutta Italia».
LA SCURE
Secondo i calcoli della Flc-Cgil, precari a parte, con i tagli all’Istruzione quest’anno avremo circa 42mila cattedre e 15mila impiegati amministrativi in meno sul 2008. Nonostante 32mila pensionamenti tra gli insegnanti e ottomila tra il personale. Mentre l’anno scorso i contratti a tempo sono stati 130mila tra gli insegnanti e 78mila tra gli amministrativi. I rappresentanti dei lavoratori adesso avvertono il governo. Il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo chiede un tavolo di confronto sui precari a palazzo Chigi e parla di «piena emergenza sociale».
Di situazione esplosiva parla anche il Gilda, sindacato autonomo, che annuncia proteste». Mariastella Curreli, presidente del Cip (coordinamento insegnanti precari) parla di licenziamenti di massa. Ai docenti arriva anche la solidarietà dell’Unione degli studenti. Mentre Rdb-Cub annuncia per giovedì un presidio davanti alla sede del ministero dell’Istruzione. Nello stesso giorno al Miur i sindacati discuteranno di «contratti di disponibilità» e accordi tra ministero e regioni. I primi prevedono che i precari che l’anno scorso hanno avuto cattedre di un anno abbiano una corsia preferenziale nelle chiamate per le supplenze brevi e una indennità di disoccupazione per i periodi di non lavoro. Alle Regioni il Miur chiede di finanziare alcune attività scolastiche.