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Unità-Sei milioni di lavoratori attendono una risposta

Sei milioni di lavoratori attendono una risposta Angelo Faccinetto MILANO Ci sono sei milioni di diretti interessati agli esiti del confronto tra Confindustria e sindacati (e, prelimin...

27/08/2004
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l'Unità

Sei milioni di lavoratori attendono una risposta

Angelo Faccinetto

MILANO Ci sono sei milioni di diretti interessati agli esiti del confronto tra Confindustria e sindacati (e, preliminarmente, tra le stesse confederazioni) sul nuovo modello contrattuale. Sono i lavoratori che, con diversa urgenza, attendono per i prossimi mesi il rinnovo del loro contratto.
Non perché siano sin d'ora determinanti le nuove regole. Comunque vada, per i contratti scaduti e per le trattative in corso restano valide quelle sinora in vigore. Ma il clima che si verrà ad instaurare tra le parti - e tra le stesse confederazioni - giocherà un ruolo fondamentale.
La posta in gioco è alta. Stipendi e salari - è Eurostat a certificarlo - perdono potere d'acquisto. E l'Italia, anche su questo fronte, perde terreno nei confronti dei partner europei. Con conseguenze negative sulle stesse possibilità di ripresa. Mentre l'autunno sindacale minaccia di essere caldo. Soprattutto su due fronti: quello del pubblico impiego e quello del trasporto pubblico locale.
La tensione tra i tre milioni di dipendenti pubblici è altissima. E le dichiarazioni del ministro Mazzella sembrano pensate apposta per acuirle. In due anni sono stati costretti ad otto scioperi nazionali. Eppure non hanno ancora ottenuto la garanzia di veder rispettato il loro diritto. I contratti scaduti lo scorso 31 dicembre sono in alto mare - e c'è chi teorizza che arrivare a un'intesa non è nemmeno poi così indispensabile - mentre per molti il rinnovo è addirittura in ritardo di quasi tre anni. È il caso dei medici ospedalieri, che ancora aspettano quanto loro dovuto per il biennio 2002-2003.
Poi ci sono i 110mila addetti del trasporto pubblico locale. Nel dicembre 2003, dopo due anni di stop, hanno ottenuto il contratto tra mille tensioni, anche interne al sindacato. Una firma che è arrivata in concomitanza con la presentazione della nuova piattaforma. Quella per il rinnovo del biennio 2004-2005, con la richiesta di aumenti per 131 euro mensili. Da allora non è successo granché. Gli otto mesi di confronto a corrente alternata con le associazioni datoriali non ha portato alcun risultato. E ancora resta il punto interrogativo sulla disponibilità delle risorse (che richiede l'intervento, oltre che delle aziende di trasporto, di governo, comuni e regioni). Il rischio di una nuova stagione di scioperi è concreto.
Poi ci sono i bancari, che per la prima decade di settembre hanno già proclamato due giorni di sciopero. E i contratti - importanti - dell'industria. Quello dei chimici e, soprattutto, quello dei metalmeccanici. Che scadrà a dicembre e vedrà, sin dalle prossime settimane, dopo l'accordo separato dell'ultima tornata, Fiom, Fim e Uilm impegnate nella definizione della piattaforma rivendicativa.
Senza un confronto limpido e un'effettiva volontà costruttiva anche da parte di governo e Confindustria, lo scontro sociale rischia di esplodere.

I contratti di lavoro tornano a riscaldare l'autunno mentre circa 6 milioni di lavoratori attendono il rinnovo nei prossimi mesi LE REGOLE DELL'ACCORDO DEL '93Il contratto nazionale aveva il ruolo di "difensore" del potere d'acquisto delle retribuzioni e il contratto integrativo aziendale quello di "distributore" della produttivita' delle imprese CISL: Allungamento dei contratti nazionali a 4 anni al posto dei due bienni e estensione a tutti della contrattazione integrativa (aziendale o territoriale). La Cisl punta a rafforzare la contrattazione decentrata a scapito di quella nazionale E' questo il solco che la separa dalla Cgil, che si oppone a qualunque indebolimento del contratto nazionale UIL: Non si differenzia molto dalla Cisl. Contratto nazionale di tre anni CGIL: Propone un patto sindacato- Confindustria, da concordare tenuto conto della grave situazione del Paese sul piano LE PROPOSTE IN CAMPO economico-industriale. La Cgil e` pronta a un dialogo per verificare la possibilita` di un'intesa su alcuni punti decisivi per lo sviluppo industriale, per la tutela dell'occupazione e la difesa dei salari e delle pensioni CONFINDUSTRIA Gli industriali non hanno una linea comune, divisi tra chi vorrebbe mantenere l'attuale sistema (soprattutto le grandi aziende) e chi pensa (nel nord-est) ai contratti a "la carte" dove ciascuno sceglie di applicare il contratto che preferisce, quello nazionale oppure l'integrativo P'G Infograph

l'autunno dei contratti