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Unità: «Si è dimenticata dei salari, il confronto non sara facile»

Epifani deluso dall’esordio del leader degli industriali: sottovaluta la condizione dei lavoratori

23/05/2008
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l'Unità

di Felicia Masocco/ Roma

C’È UN PROBLEMA La riforma dei contratti da fare presto, prima di settembre, e il duro attacco alla pubblica amministrazione terra d’assenteisti che, tra l’altro,
prendono aumenti salariali «inspiegabili». Al netto degli auspici, delle mani tese verso un sindacato che non avrebbe più motivo di essere «ideologico» e «antagonista», la relazione della neopresidente di Confindustria ha posto sul tappeto i due grandi temi che animeranno le relazioni industriali già dalle prossime settimane.
I contratti, innanzitutto. Gli industriali accelerano, sono pronti al confronto. Puntano a un contratto nazionale più leggero, sono contrari alla indicizzazione delle retribuzioni. I leader sindacali sono in platea, ascoltano la giovane leader e al termine risponderanno alla «chiamata» con toni più o meno entusiastici. Come era già accaduto due giorni fa a Palazzo Chigi, il più freddo è stato Guglielmo Epifani. Il leader della Cgil riconosce che la relazione è stata «rispettosa del sindacato» e per il resto, dice, era «quella che ci si poteva attendere». Peccato per la «sottovalutazione della condizione, pesante, dei redditi dei lavoratori». Una carenza che per Epifani «rende molto più difficile il confronto sul modello contrattuale perché per noi bisogna aumentare i salari. Andremo al confronto per chiedere questo». Insomma, per risolvere un problema occorre prima riconoscerne l’esistenza, e Marcegaglia no lo ha fatto. «Il sindacato italiano ha sempre fatto una politica di investimento, sviluppo e riforma, ma ha sempre aggiunto come condizione anche quella del reddito - insiste il segretario della Cgil - e sarebbe anche interesse delle imprese pagare di più i lavoratori». Se non altro per sostenere i consumi e l’economia.
Il documento dei sindacati è pronto, quello degli industriali pure. Non sarà facile trovare una mediazione, tantopiù che il rinnovato asse imprese-governo sbilancia il rapporto di forza. Inoltre, alla «problematicità» espressa da Epifani non fanno eco i colleghi di Cisl e Uil che ieri si sono limitati a dare immediata disponibilità al confronto. «È importante cominciare subito e che non si perda neanche un giorno a disposizione nei prossimi sei mesi», ha detto Raffaele Bonanni, «noi siamo prontissimi, spero non si ricominci a porre veti da parte di chicchessia». Va dunque bene chiudere a settembre «anche prima», per il leader della Cisl. Tempistica accettata anche da Luigi Angeletti «siamo pronti, volenterosi, preparati al confronto e a chiuderlo prima dell’estate», «ci sono tutte le condizioni per un cambio storico delle relazioni industriali».
Sui grandi mali dell’amministrazione pubblica per i quali Emma Marcegaglia non ha avuto pietà, monta invece la polemica con i sindacati del settore. «Si continua a criminalizzare i lavoratori, le loro retribuzioni sono le più basse in Europa», ribatte il segretario di Uilpa salvatore Bosco. «Licenziare i fannulloni è giusto e possibile - ha replicato il segretario di Fp-Cgil, Carlo Podda - e sfido Confindustria a portare casi in cui il sindacato ha difeso un lavoratore assenteista». E comunque, fanno sapere, sarebbe bene che Confindustria avesse la stessa solerzia nell’allontanare dall'associazione le imprese che evadono il fisco o le norme di sicurezza.