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Unità: Si volta pagina

Romano Prodi si era ripromesso di mettere insieme i pezzi di questa Italia lacerata. Un compito che questa notte appare ancora più difficile.

11/04/2006
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l'Unità

Abbiamo vissuto una giornata tremenda, emozionante, con il cuore in gola. All’inizio entusiasmati dagli exit-poll Nexus, poi disillusi dalle proiezioni Nexus, a dimostrazione che molte cose, o prima o dopo, non hanno funzionato in questi sondaggi. Accade così che nella notte noi, e gli italiani tutti, ci troviamo di fronte a un risultato che forse mai è apparso così in bilico nella pur travagliata storia elettorale del nostro Paese. Mentre scriviamo, e sono passate più di dieci ore dalla chiusura dei seggi, il Viminale non è ancora in grado di comunicarci il voto definitivo del Senato anche se l’Unione attualmente in svantaggio, sul filo di lana potrebbe conquistare una maggioranza di un paio di seggi (italiani all’estero) ma che pur sempre maggioranza sarebbe. Anche alla Camera, alla fine, la partita si sta giocando su un pugno di consensi con l’Unione in vantaggio. In questa situazione difficile, confusa, impantanata, impegnativa sul piano emotivo alcune cose emergono tuttavia con sufficiente chiarezza.
Primo. Come tutti hanno potuto constatare la nuova legge elettorale, che la Cdl ha disegnato su misura per cercare di limitare la sconfitta, rischia fortemente di rendere ingovernabile il Paese creando maggioranze diverse o comunque deboli nei due rami del Parlamento e dunque un’instabilità permanente. Una vera porcata, come del resto aveva riconosciuto uno dei suoi artefici, il leghista Calderoli. Resta il fatto che l’Unione ha la maggioranza alla Camera di oltre 40 seggi e al Senato può sperare nei seggi degli italiani all’estero e nell’appoggio dei santori a vita. Il governo Berlusconi non c’è più. Appartiene già al passato. E questo è il successo più importante.
Secondo. Il risultato elettorale mostra, in ogni caso, un Paese diviso a metà. Era stato così nel ‘94, nel 96 e nel 2001, da quando cioè esiste il maggioritario e il voto tende a polarizzarsi sui due schieramenti in competizione. Questa volta, però, dal voto emergono due Italie contrapposte come non era mai accaduto. Per effetto, soprattutto, del referendum pro o contro Berlusconi, gestito senza esclusione di colpi dal premier, che ha radicalizzato come non mai la contesa. Romano Prodi si era ripromesso di mettere insieme i pezzi di questa Italia lacerata.
Un compito che questa notte appare ancora più difficile.Terzo.
Sabato scorso chiedendoci come mai Berlusconi continuasse a evocare continuamente il rischio di brogli avevamo comunque espresso la nostra fiducia nella lealtà istituzionale del ministro di Forza Italia, Pisanu. Ma molto dovrà spiegare il titolare del Viminale su questa lenta e confusa giornata di spoglio delle schede. Ieri sera l’Unione si è rivolta ai deputati di Lazio e Campania perché esercitassero il massimo di vigilanza sugli scrutini in corso in quelle regioni, determinanti per il futuro di palazzo Madama. Un allarme del genere non si ricordava dagli anni del dopoguerra e dello scontro politico frontale. Un brutto precedente.
Antonio Padellaro