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Unità-speciale scuola-La scuola delle tre I? Per ora resta un ritornello

09.09.2004 La scuola delle tre I? Per ora resta un ritornello di ma.ta. Informatica, inglese e impresa. Queste tre parole sono state sulle labbra di Berlusconi per molto, molto tempo. Quasi ...

10/09/2004
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l'Unità

09.09.2004
La scuola delle tre I? Per ora resta un ritornello
di ma.ta.

Informatica, inglese e impresa. Queste tre parole sono state sulle labbra di Berlusconi per molto, molto tempo. Quasi ogni sera, sistematicamente, il sire di Arcore appariva in televisione per sponsorizzare la sua riforma ed esibendo il classico sorriso a ventiquattro carati del personaggio di uno spot pubblicitario, recitava la preziosa formuletta: informatica, inglese, impresa. Informatica, inglese, impresa. Poi il ritornello delle tre I è stato tradotto anche in forma scritta. Nel periodo precedente alle elezioni europee di giugno, le tre vocali campeggiavano nei maxi cartelloni elettorali 6 x 3 affissi in ogni angolo delle città. Ma poi, visto che i sondaggi dicevano chiaramente che la trovata dei cartelloni giganti non portava voti, anzi li faceva perdere, Berlusconi decise di farli togliere e di ripulire i muri di Roma, Milano, Firenze e delle altre città italiana. Le tre I tornarono a essere solo un refrain orale, tuttavia ribadito con un certo vigore.

La legge 53/2003 stabilisce, all'articolo 2, comma primo, l'opportunità di garantire nei primi due anni della scuola primaria l'alfabetizzazione informatica e l'alfabetizzazione nella lingua inglese. Sembrerebbe fatta: gli alunni italiani avranno l'opportunità di apprendere bene la lingua più parlata del mondo e non si troveranno a disagio al cospetto dei colleghi europei, notoriamente più ferrati "in speaking English". Stessa cosa per i computer: in una società informatizzata è necessario che i ragazzi imparino a padroneggiare il computer dai banchi di scuola. Ma anche qui i conti non tornano e tutto è riconducibile alla questione del tutor. Perché? È presto detto: la Moratti ha deciso che pur di far affermare la figura del tutur, vero fulcro della riforma, bisogna spostare le risorse economiche e tagliuzzare un po' qua e un po' là. Il tutor va sostenuto in tutti i modi. A lui andranno così il 70 per cento dei finanziamenti complessivi delle riforma, vale a dire 63,81 milioni di euro sui 90 totali. Logico dedurre che tra il tutor e la scuola delle tre I c'è un vero e proprio conflitto di interessi: il tutor che nessuno vuole sottrae fondi per i laboratori di informatica e lingua inglese e la scuola delle tre I è destinata a rimanere lettera morta. O meglio, un ritornello.