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Unità-Spinelli, il caso del preside condannato. La motivazione: doveva fare il poliziotto

Spinelli, il caso del preside condannato. La motivazione: doveva fare il poliziotto MILANO Cosa deve fare un preside, se scopre che a scuola circolano spinelli, esattamente come nelle piazz...

29/09/2004
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l'Unità

Spinelli, il caso del preside condannato. La motivazione: doveva fare il poliziotto

MILANO Cosa deve fare un preside, se scopre che a scuola circolano spinelli, esattamente come nelle piazze, nelle discoteche, nelle case e in tutti i luoghi frequentati da adolescenti? Trasformarsi in poliziotto, sostiene in sostanza il gup milanese Beatrice Sechi che ha condannato a 1 anno e 8 mesi di reclusione e a due mila euro di multa, Bruno Dagnini, preside del Liceo Scientifico Majiorana di Rho in provincia di Milano. Il preside sapeva che nel suo istituto si spacciava droga (e dovrebbe essere particolarmente ottuso un docente, per ignorare che nei gabinetti di tutte le scuole milanesi ci sono studenti che si fanno canne). E dato che il liceo è frequentato prevalentemente da minori, secondo il gup il preside aveva "l'obbligo di agire". In cosa consista questa azione non è chiaro, sta di fatto che, è stato condannato a con un'accusa pesantissima: favoreggiamento dello spaccio di stupefacenti e agevolazione dolosa dell'uso all'interno della propria scuola. Il giudice, nella motivazione della sentenza, sostiene che il capo dell'istituto aveva "il dovere di verificare che gli insegnanti ponessero effettivamente in essere un'adeguata attività di controllo e impedire che all'interno dell'istituto si realizzassero abitualmente episodi di cessione, anche a favore di soggetti minori, di sostanze stupefacenti". Per il gup la repressione è l'unica strada legittima e non ha tenuto in nessun conto gli argomenti del professor Dagnini che durante il processo aveva detto: "l'educazione alla salute non è azione di polizia. È azione educativa. I miei studenti non mi devono percepire come sceriffo ma come persona autorevole e di riferimento". Duro il commento di Giuliano Pisapia, legale del preside, che ritiene che la decisione del Gup crei un precedente pericolosissimo: contro la droga a scuola a questo punto passerà forzatamente la linea della repressione.