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Unità: Statali, assunzioni contro il precariato

Il governo eliminerà il blocco del turn-over. Via libera anche alla previdenza integrativa

25/08/2006
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l'Unità

di Bianca Di Giovanni / Roma

LAVORO SICURO Eliminare il blocco del turn-over nella pubblica amministrazione per combattere il fenomeno del precariato. È la prima conclusione dell’incontro di ieri tra i ministri Cesare Damiano (Lavoro) e Luigi Nicolais (Funzione pubblica), in vista della Fi-
nanziaria. Per i pubblici anche l’ipotesi di avvio della previdenza complementare, di cui si dovrà discutere con il Tesoro.
Ma è il lavoro atipico il «cuore» dell’intervento di ieri: un fenomeno diventato «rilevante» nelle amministrazioni pubbliche, rivela Damiano sfornando cifre pesanti (circa il 10% del totale) proprio a causa dell’introduzione del divieto di nuove assunzioni, imposto dal passato governo.
«Solo rimuovendo quel divieto -aggiunge Nicolais - si può cominciare a ridimensionare il fenomeno». Si parte quindi con un gruppo di lavoro che dovrà individuare gli strumenti normativi necessari e le aree di intervento. A giorni si terrà anche un incontro con il presidente della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani, per definire le misure a livello di amministrazioni decentrate.
Troppo presto per capire come la decisione di riaprire i canali d’ingresso si intreccerà con quella di razionalizzare le strutture e alleggerirne i costi, obiettivo da non mancare se si vorranno realizzare quei 20 miliardi di risparmi di spesa indicati nel Dpef. Probabilmente Nicolais ne parlerà oggi con Tommaso Padoa-Schioppa, in un incontro dedicato alla Finanziaria.
Le linee guida della manovra saranno presentate dal Tesoro già al prossimo consiglio dei ministri di giovedì 31 agosto. Motori accesi, dunque, per una manovra già molto ambiziosa, su cui «ci giochiamo parte della nostra credibilità», ha commentato ieri il ministro del welfare Paolo Ferrero in un convegno a Perugia. Il titolare del Tesoro ha ripreso ieir i colloqui settimanali con il governatore Mario Draghi.
Tornando al vertice Nicolais-Damiano, il titolare della Funzione pubblica ha ribadito l’intenzione di riformare, più che di tagliare, per assicurare i risparmi attesi. Il suo dicastero ha già in cantiere la delega sulla «deregulation» per alleggerire il peso della burocrazia su imprese e cittadini (sarà pronta a metà settembre), da cui potrebbero in futuro risultare risparmi.
Un altro capitolo riguarda i rinnovi contrattuali, con ipotesi di allungamenti dei tempi per gli integrativi: ma la materia «è tutta da discutere con il sindacato». Altre risorse arriveranno dalla «sforbiciata» a enti, società, consulenze e retribuzioni dei dirigenti già avviata da Palazzo Vidoni. Dalla fusione di Inpdap e Inps - altro tema affrontato all’incontro di ieri tra Nicolais e Damiano - e dalla razionalizzazione del sistema previdenziale si attendono risparmi di tre miliardi «spalmati» su 8 anni.
Ma in prospettiva sarà proprio proprio il rinnovamento del personale ad assicurare risparmi strutturali, su cui però bisognerà marciare con molta cautela.
Sicuramente lo sblocco del turn-over deciso ieri immetterà forze fresche in una platea a rischio invecchiamento: una media di 90mila dipendenti pubblici raggiunge ogni anno l’età pensionabile. Proprio questo esodo «naturale» potrebbe consentire un «dimagrimento» pilotato dell’intera platea. Nei giorni scorsi si è parlato di una nuova assunzione ogni 4 pensionamenti. Significherebbe oltre 20mila immissioni all’anno che almeno in parte potrebbero provenire proprio dai precari. Un bel risultato per il plotone di atipici che lavorano già da anni. Si tratta di oltre 120mila persone con contratto a tempo determinato, 36mila lavoratori socialmente utili, 3.600 contratti di formazione lavoro, quasi 9mila interinali mentre i cosiddetti coordinati e continuativi arrivano a 88mila. Presentando l’intesa sul turn-over, Damiano non ha voluto commentare il caso Atesia, né tornare sulla querelle sulla Biagi. «Mi attengo alla mia circolare - ha replicato secco - e al programma dell’Unione».