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Unità-Statali, i sindacati pronti alla "lotta dura"

Statali, i sindacati pronti alla "lotta dura" Oggi le segreterie di Cgil, Cisl e Uil decideranno le iniziative di protesta contro il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego. "Inevitab...

23/05/2005
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l'Unità

Statali, i sindacati pronti alla "lotta dura"

Oggi le segreterie di Cgil, Cisl e Uil decideranno le iniziative di protesta contro
il mancato rinnovo del contratto del pubblico impiego. "Inevitabile lo sciopero generale"

di Giampiero Rossi / Milano

SCONTRO Per la vertenza sul contratto dei dipendenti pubblici è la settimana decisiva: o si chiude in fretta o la lotta si fa dura. Oggi la segreteria unitaria di Cgil, Cisl e Uil si riunirà per decidere le forme di lotta da adottare, prima ancora di sedersi, giovedì, al tavo-
lo della trattativa con il governo, che finora ha temporeggiato in modo insopportabile per sindacati e lavoratori.
La mobilitazione si articolerà a livello territoriale e regionale per almeno un mese, per poi concludersi con uno sciopero generale nazionale. E anche dalla Uil, che aveva manifestato alcune perplessità sull'opportunità di proclamare uno sciopero generale, arrivano segnali che lasciano presagire la possibilità di mantenimento dell'unitarietà. Una divisione dei sindacati sulla vertenza degli statali "sarebbe un regalo al governo - dice infatti il segretario generale aggiunto della Uil, Adriano Musi - discuteremo e ragioneremo insieme, anche perché le riflessioni di Angeletti non significano un secco no allo sciopero. Non credo che ci separeremo perché la divisione del fronte sindacale sarebbe solo un regalo al governo".
E da Cisl e Cgil arrivano ulteriori argomentazioni in favore dello sciopero: "Nessuno vuole fare uno sciopero generale nazionale domani mattina, ma un'azione territoriale e regionale che prepari poi lo sciopero generale - spiega Rino Tarelli, segretario generale della Cisl del pubblico impiego - non si può gravare ancora sui lavoratori. È necessario un programma di lotta lungo ed efficace nel tempo, in tutto il mondo del lavoro e in tutte le categorie. Visto che il presidente del Consiglio non si rende conto dell'importanza del lavoro pubblico, allora è bene far scioperare tutte le categorie - continua Tarelli - così anche il suo lavoro, senza dipendenti pubblici, si ferma".
"Lo sciopero non è efficace solo se produce un danno economico ma anche se sensibilizza l'opinione pubblica e la politica, che è la nostra controparte, sulla reale situazione del servizio pubblico - aggiunge il segretario generale della Cgil del pubblico impiego, Carlo Podda - questo conflitto è stato veramente lungo, così lungo e mai c'è stata tanta attenzione sul rinnovo del contratto. I tanti scioperi che abbiamo fatto hanno prodotto attenzione e solidarietà ed è la prima volta che si pensa a una mobilitazione generale partendo dal rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici. Certo è difficile sfuggire all'impressione che questa trattativa vada ben oltre il contratto del pubblico impiego. Il fatto che Confindustria abbia fatto tanti interventi e che tanti altri contratti non si chiudano fa pensare. Esiste un certo automatismo in negativo che fa si che se non si chiude questo contratto non se ne fanno altri".
Insomma il fronte sindacale è compatto e pronto ad andare in fondo. Mentre dalla parte del governo arrivano i segnali di un evidente timore della prospettiva di una nuova tappa dello scontro sociale provocato dalle scelte di Palazzo Chigi e dintorni. Lo sciopero "non è d'aiuto al paese" e per quanto riguarda il contratto "non ci sono le condizioni" per il rinnovo, manda a dire il ministro del Welfare, Maroni. E il suo collega della Funzione pubblica, Mario Baccini, storicizza il suo ottimismo, altrimenti difficilmente giustificabile: "Sono ottimista di natura, sono come quegli italiani che se non avevano fiducia, dopo Caporetto, non avrebbero mai trovato il Piave....".