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Unità-Statali, il governo è già stato "abbastanza generoso"

Il ministro Mazzella minaccia di rivedere la legislazione vigente sui contratti se i sindacati insisteranno nelle loro richieste di aumenti salariali Statali, il governo è già stato "abbastanza...

21/08/2004
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l'Unità

Il ministro Mazzella minaccia di rivedere la legislazione vigente sui contratti se i sindacati insisteranno nelle loro richieste di aumenti salariali

Statali, il governo è già stato "abbastanza generoso"

Luigina Venturelli

MILANO Il braccio di ferro tra sindacati e governo per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, scaduti il 31 dicembre del 2003, è già iniziato. Cgil, Cisl e Uil chiedono l'apertura a settembre delle trattative ed un aumento delle retribuzioni dell'8%. Palazzo Chigi invece oppone un netto rifiuto, ha stanziato meno della metà delle risorse necessarie e promette incrementi non superiori al 3,6%.
Il confronto sarà molto teso, come dimostrano anche le accese polemiche sorte sull'ultima ricerca dell'Istat, secondo cui negli ultimi quattro anni gli stipendi dei dipendenti pubblici sarebbero cresciuti del 12,3%, cioè più dell'inflazione che ha registrato un innalzamento complessivo dell'8,1%. E il ministro della Funzione pubblica Luigi Mazzella non ha perso l'occasione di commentare: "L'esecutivo è stato abbastanza generoso, ma altrettanta generosità non la possiamo più avere. Il sindacato deve fare qualche passo anche lui, in quanto colegislatore nella definizione dei contratti deve pensare anche all'interesse collettivo". Un invito a rinunciare ai rinnovi richiesti accompagnato da una minaccia: "Altrimenti andrà rivista la legislazione vigente del settore".
Immediata la replica del segretario della Cisl, Savino Pezzotta: "La legge che contrattualizza il pubblico impiego non si tocca. Il ministro della Funzione pubblica, piuttosto, rinnovi i contratti, altrimenti la tensione è destinata a crescere. Dopo che per mesi non si è voluta aprire una trattativa su contratti scaduti da tempo non si può minacciare di fa saltare il sistema contrattuale. Questo per il sindacato è inaccettabile".
"I dati Istat sono infondati e faziosi - ribatte anche Carlo Podda, segretario della Funzione pubblica Cgil - che comprendono anche le retribuzioni del personale non contrattualizzato come le forze di polizia e le spese per missioni diplomatiche e militari all'estero. Insomma, un polpettone fittizio che fa perdere all'Istat la poca credibilità che le era rimasta, una polemica strumentale, in linea con la chiusura del governo sul tema dei rinnovi. Non solo sostengono di non avere le risorse, ma vogliono far credere che non ce ne sia nemmeno bisogno: oltre al danno la beffa, basterebbe chiedere ad un pubblico dipendente che fa la spesa se il suo stipendio sia davvero cresciuto più del caro-vita".
Sugli stessi toni Antonio Fuccillo, segretario confederale della Uil: "Se a settembre non si aprirà una trattativa vera per il rinnovo dei contratti pubblici, la situazione rischia di diventare esplosiva. Sul fronte contratti il sindacato è pronto ad una nuova ondata di mobilitazione e di scioperi. I dati dell'Istat sono irreali e non capisco a cosa si riferiscano. Tutti i contratti pubblici che abbiamo sottoscritto negli ultimi anni - spiega Foccillo - sono stati rinnovati sulla base di un'inflazione programmata ben al di sotto di quella reale, con la possibilità di recuperare il differenziale solo due anni dopo. Questo è il dato vero, tutto il resto è irreale".